La massa di ghiaccio del Polo Nord si è drasticamente ridotta nel periodo estivo negli ultimi 20 anni. A questi ritmi, potrebbe scomparire nel giro di un secolo. Per la Groenlandia si parla di un dimezzamento della massa della criosfera nei prossimi 500-1000 anni.
Le acque fredde che si riversano nel mare dalle regioni artiche potrebbero rallentare o interrompere del tutto la Corrente del Golfo, che oggi dona un clima mite all’Europa Nord-occidentale.
Così, mentre in altre parti del mondo la temperatura media aumenterà, a Londra saranno frequenti gli inverni in cui si potrà pattinare sul Tamigi completamente ghiacciato.
Le notizie non sono buone neanche per l’Italia. Nella conferenza sulla deglaciazione alpina, tenuta all’università di Milano alla presenza di numerosi glaciologi, sono stati presentati alcuni dati che fanno rabbrividire.
Ce ne parla Damiano Di Simine, di Legambiente. “Nell’estate 2003 i ghiacciai alpini hanno rilasciato 1,5 miliardi di metri cubi di ghiaccio, pari al 10% della loro superficie complessiva. Lo spessore è diminuito in media di 3 metri a tutte le quote, visto che nei mesi più caldi lo zero termico si è spostato ben oltre i 4000 metri.”
“Nel Nord-ovest italiano, l’estate 2003 è stata 4 ºC al di sopra dell’estate più calda degli ultimi 250 anni. Abbiamo vissuto l’estate standard prevista per il 2080 dai modelli climatici più pessimisti.”
Per l’agricoltura italiana è stata un’estate pessima; tutti ricordano i letti in secca dei fiumi che scendono dalle Alpi nella Pianura Padana. “Però – precisa Di Simine – la portata d’acqua di quei fiumi, alimentati costantemente dallo scioglimento dei ghiacciai, è stata pari a quella delle estati scorse.
Quello che è cambiato è stata la richiesta idrica delle campagne, raddoppiata o triplicata a causa della siccità, delle alte temperature e della elevata traspirazione delle piante.”
“Non credo che le prossime estati siano come quella appena passata – conclude Di Simine – altrimenti nel giro di 10 anni i ghiacciai sparirebbero.” Ma la tendenza è questa e porta anche altri problemi, come il rilascio di piombo, DDT e metalli pesanti, prodotti forse dimenticati dell’inquinamento degli scorsi decenni, che ora vengono liberati dal ghiaccio che li aveva intrappolati.
Luca Maggioni
http://www.cambiaclima.it/apps/essay.php?id=137
Nell’estate 2003 quelli alpini hanno rilasciato 1,5 miliardi di metri cubi di ghiaccio, pari al 10% della loro superficie complessiva: ne parla un libro presentato a Cop 9
I glaciologi dell’Università di Bristol Jonathan Bamber e Anthony Payne hanno presentato alla Cop9 “L’equilibrio della criosfera”, un libro che esamina lo stato di salute della copertura di ghiaccio della Terra, grazie ai contributi di 23 scienziati. La criosfera comprende tutta la supericie del pianeta, sia marina sia terrestre, ricoperta dai ghiacci, ed è uno degli indicatori più sensibili dei cambiamenti climatici.