L’azione è partita alle tre del pomeriggio, quando con un gruppo di una ventina di compagni/e abbiamo forzato le catene e siamo entrati. Quale lo scopo? Quale la rivendicazione lanciata con il gesto? E’ stato proiettato il film matrix revolutions (in questi giorni nelle sale a 7-8 euro),con ingresso gratuito e senza autorizzazioni. Sono stati violati i diritti d’autore, contro la mercificazione degli spazi di cultura e del tempo libero.
Sorvoliamo sulla qualità e sulla bellezza del film. Ciò che importa sono state le rivendicazioni: contro i tipi di città e centri abitati in cui viviamo, totalmente fuori misura d’uomo. Città blindate dove la vita sociale ha un costo che solo chi può pagare può avere. Video-sorveglianza irruzioni contro gli spazi occupati e vigili armati sono solo la più piccola parte di questa blindatura. Il caro vita, l’abbattimento dei salari, le privatizzazioni dei servizi, dell’istruzione e della cultura, leggi come quella sulle droghe che creano sempre più emarginazione, stanno modellando le nostre città, in modo da fare a pezzi e mantenere disgregato il tessuto sociale.
Con questa occupazione si è voluto restituire alla città di Brescia uno spazio che dovrebbe essere offerto in modo pubblico. Si è voluto offrire uno spazio sociale e politico nel cuore di questa città sempre più asettica.
Alla fine della giornata ( e dell’occupazione conclusasi la mattina dopo), che per una volta non è stata rovinata dalla presenza dei gendarmi, l’unico accento negativo è stato proprio il film. Ma ha valso la pena liberare lo spazio del cinema. Speriamo che nei prossimi 10 anni e più, sempre più spazi siano liberati in questo modo.
Evviva il magazzino 47, evviva l’autogestione!
Magazzino 47 (BRESCIA)
Con questa frase si è aperta l’ultima giornata di festa per i 10 anni di auto-gestione del centro sociale magazzino 47 a Brescia.
In quel di domenica 23 novembre scorso, in coincidenza con la nascita del partito aziende di berlusconi, quale modo migliore per festeggiare? Ovviamente occupando un cinema in disuso dal ‘98 di proprietà della agenzia di assicurazioni RAS, che stava lasciando lo stabile in stato di abbandono in attesa di specularci sopra.