A norma della direttiva 92/100 gli autori godono infatti di un diritto di prestito esclusivo e hanno la facoltà di autorizzare o vietare il prestito pubblico e gratuito delle loro opere, a meno che non venga loro dato un adeguato compenso. D’ora in poi dunque potrebbe essere necessario pagare per avere in prestito dei libri, oppure le biblioteche si troveranno a sottrarre fondi dal loro già scarso budget.
Si tratta dell’ennesimo attacco al diritto di leggere, di consumare cultura, di accedere all’informazione. Già la direttiva Eucd (European Union Copyright directive), fotocopia del Digital millennium copyright act statunitense, aveva pesantemente limitato il diritto di copia privata. Questa ulteriore pressione che arriva dall’Unione europea è da inserirsi in un contesto in cui si sta spingendo verso l’equiparazione fra copie pirata ad uso commerciale e copie per uso privato, in modo da uniformare le già pesanti pene.
Il 21 febbraio è prevista una giornata di mobilitazione in Italia e Spagna.
La Commissione europea ha deciso di porre sotto inchiesta il comportamento di Italia, Spagna, Francia, Irlanda e Lussemburgo.
I Paesi in questione sono colpevoli di non aver introdotto e riconosciuto legalmente la remunerazione degli autori e degli editori per i prestiti effettuati nelle biblioteche.