LE REGOLE

Sono queste le regole? Negli anni scorsi il sistema dei trasporti urbani ed extraurbani è stato privatizzato con la complicità fattiva della sinistra. Le condizioni di lavoro sono drasticamente peggiorate, i nuovi assunti non hanno contratti regolari. Sono queste le regole? Le aziende private che si sono impadronite del sistema dei trasporti hanno peggiorato le condizioni di lavoro, hanno ridotto i salari dei nuovi assunti hanno peggiorato il servizio, e come se questo non bastasse vogliono che gli enti pubblici coprano i loro disavanzi. Il profitto è privatizzato, ma le perdite sono pubbliche. Sono queste le regole? Quando i padroni si resero conto del fatto che lo sciopero era una forma di azione efficace che colpiva i loro interessi e li costringeva a trattare seriamente, ad accettare le richieste dei lavoratori, a rispettare i loro diritti, si misero d’accordo con i sindacati e “regolamentarono” la materia. Lo sciopero divenne un’azione simbolica che non dà fastidio a nessuno se non ai lavoratori che perdono qualche ora di salario. Se le regole sono queste, solo violandole è possibile creare condizioni di democrazia nei rapporti di lavoro. Un tizio di nome Maroni pensa di ridurre (ancora?) il diritto di sciopero. Che ci vuole? E’ il genere di leggi liberticide che questo governo vota senza batter ciglio. Ma tanto gli autisti ci hanno insegnato in questi giorni che i porci fanno le regole, e noi possiamo violarle. Nel primo giorno di sciopero selvaggio sembra che i milanesi fossero molto incazzati. Comprensibile, vista la vita che gli tocca di fare. Il cielo grigio, il traffico spaventoso, una fila infernale di ferro e di fumo e di nebbia e di rabbia. In questi ultimi giorni sembra invece che la gente abbia cominciato a capire. Il ritmo rallenta, e questo farà bene alla salute di tutti. A Parigi, qualche anno fa, accadde una cosa simile: i mezzi di trasporto si fermarono tutti, e la gente scoprì che passeggiare è bello, andare lentamente chiacchierando è meglio che spintonarsi sudaticci nei cunicoli della metropolitana. Facciamo rimbalzare questa lezione in tutta la rete, in tutti gli spazi di comunicazione perché il 2004 diventi l’anno dello sciopero selvaggio, l’anno del rallentameto generalizzato. Decidiamo noi i ritmi di lavoro, mettiamoci in malattia, prendiamoci il tempo per vivere e per riflettere. Smettiamo di comprare la merda consumista che ci costringe ad accettare il ricatto lavorativo. Votiamo con lo sciopero contro il governo dei porci e contro i servi del centro sinistra.

by Rekombinator

da www.rekombinant.org


Dal primo dicembre diverse categorie di lavoratori del trasporto pubblico hanno ripreso la vecchia pratica dello sciopero selvaggio. Era ora. E’ questa l’unica strada per uscire dall’inferno del supersfruttamento. Alcuni dicono che gli scioperi violano le regole. Quali regole? Contratti firmati da anni non sono rispettati, gli aumenti pattuiti non sono stati concessi, e quando ormai si è arrivati al termine del contratto sindacati e padroni fanno un negoziato bidone per abbassare gli aumenti già stabiliti in passato.