Se il “pluralismo” in regime liberista consiste nello scegliere tra Murdoch, Berlusconi ed una RAI quotidianamente censurata, fra La Repubblica e il Corriere della Sera che ci propinano due varianti dello stesso pen$iero unico, allora è il momento di rimboccarsi le maniche ed iniziare a produrre qualcosa d’altro.
I *nostri* media non vogliono differenziarsi solo nei contenuti, la nostra ambizione è quella di cambiare radicalmente le FORME di produzione, diffusione e fruizione delle notizie.
I nostri mezzi di comunicazione sono PARTECIPATIVI ed INTERATTIVI perchè tutti siamo in grado raccogliere e commentare i fatti che accadono attorno a noi e dobbiamo continuamente mettere in discussione il confine fra produttore e fruitore delle informazioni.
Le nostre strutture sono ORIZZONTALI e LEGGERE perchè grazie alle possibilità della rete possiamo liberarci da ingombranti apparati gerarchici, dai grandi capitali e quindi dalle leggi del mercato.
I nostri media sono TATTICI perchè non crediamo alla favola dell’obbiettività, non fingiamo di distaccarci dai fatti per commentarli col tono asettico dei mezzibusti televisivi. Sappiamo che fare informazione significa intervenire direttamente sulla realtà e contribuire alla creazione di soggettività politiche e non lo nasconderemo in nessun modo.
Partendo da questo approccio e seguendo l’esempio di Indymedia è nata un’infinità di siti di informazione indipendente nel giro di pochi anni. Non tutti però sono a conoscenza di questi nuovi mezzi, orientarsi in quel groviglio che è internet non è per nulla facile. L’obbiettivo principale di ArticoloZero è quello di far venire alla luce questo mondo ancora troppo sotterraneo e contribuire alla sua crescita commentando i fatti della provincia di Mantova.
Contiamo su di voi: Don’t hate media. Become the media.
Paolo
Una delle grandi scoperte – o riscoperte – del cosiddetto movimento antiglobalizzatore è che i mezzi di informazione non sono dei servizi al cittadino, non sono finestre sul mondo che danno alla gente degli strumenti per capire come funzionano le cose. Tutt’altro: i mezzi di informazione mainstream (cioè le grandi testate e le televisioni) sono appendici di poteri economici e politici con interessi ben precisi.