“Questa notte – dice il comunicato scritto in modo che, a parlare, siano le stesse telecamere – abbiamo replicato con un nuovo sciopero, sabotando il sistema di regolazione e normalizzazione della vita milanese: con ogni mezzo abbiamo fatto in modo di disattivarci, di spegnere la luce rossa che brilla nel nostro occhio voyeur, ribadendo la nostra volontà a non essere più video a circuito chiuso, ma videocamere contro il controllo”.
Nella mail di rivendicazione viene dato l’elenco completo delle vie in cui le telecamere, appartenenti a banche, privati e pubbliche amministrazioni, sono state oscurate. La rivendicazione completa è su un link del sito Indymedia.it. Le vie prese di mira dai sabotatori, secondo quanto indicato dalla loro rivendicazione, interessano praticamente tutta la città, dal centro alla periferia.
Sono state oscurate tra le altre, è scritto nell’elenco, le telecamere in via Festa del Perdono all’Università Statale, al Teatro Strehler, a “casadiberlusconi”, nei piazzali e nelle vie corrispondenti a molte fermate del metrò.
La rivendicazione via e mail invita a visitare il sito nel quale l’azione viene spiegata in pratica come forma di autodifesa della privacy. Facendo evidente riferimento a un’analoga azione di alcuni mesi fa, è scritto che questo è il “secondo sciopero delle videocamere a circuito chiuso di Milano. Hanno aderito 69 telecamere”.
E segue, dopo una serie di considerazioni sulle telecamere che “spiano”, l’elenco dei 69 “occhi elettronici” che hanno “aderito allo sciopero”. Gli investigatori della Questura stanno ora cercando di risalire al mittente della mail.
(12 dicembre 2003)
MILANO – Sessantanove occhi elettronici si sono chiusi. O meglio sono stati chiusi. Sessantanove telecamere a circuito chiuso, collocate in altrettanti punti aperti di Milano sono state oscurate la scorsa notte. Servivano per controllare traffico e movimenti di persone per motivi di sicurezza. L’azione è stata rivendicata via e mail all’Ansa e ad altre testate, e porta la firma “69 vcc, videovoyeur contro il controllo”.