PARIGI 2003: FIASCO SOCIALE EUROPEO

Sarebbe troppo ingenuo, considerate le strutture e i mezzi a disposizione del “partito comuniste française”, al quale è stata affidata la maggior parte dell’organizzazione. Si è trattato più della volontà di trasformare il forum in una vetrina, svuotandola di contenuti.

Del resto, simili situazioni si vedono un po’ ovunque. In italia, dove i dirigenti del “PRC”, dopo l’ultimo comitato politico nazionale del partito, sembra stiano voltando le spalle anche alla propria base impegnata nella costruzione dell’alternativa dal basso. Oppure è il caso di personaggi opportunisti di rilievo come Canarini, che stanno spegnendo il dibattito e la progressione del movimento, spingendo la base a sé vicina, in una pratica ormai obsoleta e solo in quello.

In francia invece sembra che la cosa si stia riducendo a deprimenti scontri tra partiti, incapaci di svolgere il ruolo di innovazione e spinta per cui dovrebbero essere nati. Il tentativo poi degli stalinisti del decadente “PCF” di egemonizzare la scena sottraendo spazio al movimento.

Questa sembra il retroscena e la spiegazione più razionale del fallimento di Parigi, ed è quanto ci basta. Evitiamo ogni dietrologismo. Ci basta sapere che, in ogni caso, si è agito contro il movimento, sottraendogli spazi inizialmente pensati per agire in modo partecipativo (cioè coinvolgendo la base, anzi, progredendo in base alle sue scelte). Tra i militanti che si trovavano a Parigi in quei giorni, questo senso di emarginazione

dall’evento e la sua inutilità, si sono sentiti.

Ma in che modo se ne è parlato da noi? Tralasciamo i media di sistema. I più grandi organi di informazione “alternativa”, come si sono comportati? Liberazione, come al solito ( forse anche peggio), si è cimentata nel tentativo (dettato dall’orgoglio di partito) di proclamare il “grande successo e la riuscita del forum”. La stessa cosa dicasi per il manifesto.

Questi due organi di informazione si sono impegnati per camuffare un fallimento tanto palese, quanto i media di sistema nel tacerlo del tutto, puntando sulle assurde celebrazioni di stato (ipocrita operazione di distorsione mediatica e di sciacallaggio politico) per i carabinieri uccisi in Irak. Non è questo il punto.

Ci sono abbastanza abbastanza dati , per farci parlare di marginalizzazione della base. E’ una cosa che quasi si sente a pelle. Quindi per noi la questione essenziale è: dove stiamo andando? Cosa si pensa di ottenere con questi metodi di azione? Pare che a padova il 27 nov. si terrà un non ben precisato vertice europeo sulla casa.

Inoltre a fine dicembre parte la carovana di ya basta per il chiapas.

Mimmo


Alcune riflessioni dopo il forum sociale europeo, tenutosi a Parigi tra il 12 e il 15 novembre.

Cosa si è guadagnato da questo forum e quali i problemi emersi ?

La cosa che appare più evidente per chi ha tentato di prendervi parte, è il fatto che pur trovandosi a Parigi, non si è praticamente riusciti a parteciparvi. Assemblee plenarie di una banalità sconcertante; sale difficilmente raggiungibili perché dislocate in posti lontanissimi tra loro; altre proprio introvabili; un servizio informazioni del tutto impreparato e la sicurezza gestita da imprese private.

Non possiamo limitarci a definirla una grossa carenza organizzativa.