Esiste, in sostanza, una vera propria reti di soggetti economici, di agenzie disciplinari, di strutture di guerra, che agiscono la logistica della deportazione, clandestinizzando ogni mese i corpi di centinaia di migranti attraversoil controllo del territorio, rinchiudendoli in lager etnici e, infine, espellendoli attraverso navi e aerei di compagnie, come la Club Air e la Valsole Viaggi, che hanno individuato in questa attività delle fonti di proftto sicuro e ormai ordinario.
Questo ciclo della deportazone si articola in modo oscuro e nascosto.
Oggi, almeno oggi, questo non è stato: le reti di solidarietà di Milano e Bologna si sono coordinate, hanno saputo mettere in rete saperi e tecniche, seguendo l’evoluzione delle vicende dei migranti rumeni, e sono state capaci di intervenire all’aroporto Marconi di Bologna bloccando il pullman ed impedendone il trasferimento coatto all’interno.
Per oltre un’ora siamo riusciti a rallentare, rendere pubblica e denunciare questa logistica della deportazione, sdraiandoci davanti al pulman, irrompendo all’interno dei gates, appendendo striscioni e spiegando quanto stava succendendo ai passeggeri ed ai lavoratori dell’aerostazione.
Due cariche hanno provato ad interrompere l’inziativa, che invece è continuata costruendo un sit-in all’ingresso del Marconi fino alle 17.30 e che soprattutto continuerà nei prossimi giorni e settimane ponendo all’attenzione di tutte le reti di movimento e delle soggettività autonome e ribelli la possibilità di disarticolare i dispositivi di clandestinazzione e deportazione.
le/i Disobbedienti
Ieri, nella Milano per ricchi di Albertini, le polizie locali hanno effettuato una retata di migranti provenienti dalla Romania, richiudendone circa 70 nel Centro di Permanenza Temporanea di via Corelli. Questa mattina sono stati trasferiti a Bologna in pullman per essere trasferiti in aereo a Bucarest.