Tutte le cifre delle spese militari nel dossier di Sbilanciamoci: il 41% degli impianti Usa in Italia a carico del governo, via libera al progetto F-35
Emanuele Giordana
Roma
Sull’uscio della sala stampa del senato dove viene presentato il rapporto di Sbilanciamoci una Silvana Pisa furente lascia la conferenza stampa per andare a votare: «Sono furiosa – dice la senatrice – proprio perché sentiamo dire dal rapporto quel che abbiamo sempre sostenuto e cioè che ci voleva una svolta. Ma poi al momento buono finiamo sotto ricatto: siamo quelli per cui poi il governo… rischia di cadere». L’oggetto del contende è l’ennesimo aumento della spesa per la difesa di cui Silvana Pisa, senatrice della maggioranza, ha da poco parlato con Parisi. La parlamentare, come molti altri presenti in sala stampa, sa bene di cosa parla il rapporto di Sbilanciamoci, il cui affondo sulle spese militari viene affidato a Massimo Paolicelli (Obiettori Nonviolenti), curatore del capitolo «Disarmare l’economia, costruire la pace». Titolo davvero stridente rispetto a come vanno in realtà le cose se la Finanziaria del 2008 prevede un aumento dell’11% delle spese militari rispetto al 2007 (oltre due mld di euro). Aumento che ne segue uno precedente che ha riportato in ottimo attivo le bilance del ministero della Difesa dopo i tagli del governo Berlusconi. Morale? L’Italia del centrosinistra spende di più nel capitolo militare che in passato e di notizie buone nel settore ne può accampare solo una: diminuiscono i tribunali militari.
Che la spesa militare nel mondo aumenti lo ha appena certificato lo Stockholm international peace research institute (Sipri) di Stoccolma: un 3,5% in più nel 2007, con un giro d’affari di oltre mille miliardi di dollari. Per armarci, spendevamo 173 dollari a testa, adesso 184. Merito di Afghanistan e Iraq ma anche della grande paura del terrorismo. Malattia contagiosa e anche l’Italia ne risente. Non durante il centrodestra, la cui mannaia tremontiana si era abbattuta anche sul dicastero guidato da Martino. Ma già nel 2007 la prima finanziaria di sinistra aumenta la spesa militare dell’11,3%. Anche Padoa Schioppa proverà a dare fendenti di taglio. Inutile. Dai 17.782 milioni di euro del 2006 si passa a 21.011 nel 2007 e a 23.352 nella Finanziaria attuale. Così ripartiti: 115 milioni per le funzioni esterne, 230 per le pensioni provvisorie, 5.358 per i carabinieri, 15.224 a esercito, aeronautica e aviazione. Oltre la metà va in stipendi (59,5%), il 24,1% in investimenti (3.500 milioni circa in ammodernamento di mezzi e infrastrutture e 77 in ricerca) e solo il 16,4% in «esercizio». Ma la spesa è ancora più lata di quanto non appaia. Se gli aumenti degli stipendi si devono alla nascita dell’esercito di carriera (quasi 200mila effettivi) altre spese non figurano a bilancio: ad esempio il miliardo di euro per le missioni all’estero (19 in cui la parte del leone tocca a Libano e Afghanistan). Ma il documento fa le pulci anche al futuro.
A parte i 155 milioni stanziati per le fregate Freem (fregate multimissione europee) e i 968 per gli intercettatori Eurofighter, l’Italia si è incamminata – con una mossa abbastanza defilata e poco pubblicizzata – nel progetto di costruzione del Joint Strike Fighter (F-35), aereo da combattimento monomotore, velocissimo e con stive anche per ordigni nucleari. Dopo l’ultima informativa al parlamento del gennaio 2007 (senza che però vi fosse alcun voto, nota Sbilanciamoci), la Difesa ha firmato negli Usa l’accordo per passare alla fase iniziale di quello che è considerato il «programma più costoso della storia della difesa americana», che non ha per altro cifre certe: si è parlato di 275 miliardi di dollari per 2700 velivoli con costo unitario di 50/70 milioni. L’Italia dovrebbe acquistare (e in parte partecipare alla costruzione) di 131 esemplari. Un’ipoteca sul futuro circondata da segreti e dubbi sulla possibile lievitazione (in parte già avvenuta) dei prezzi. Altro capitolo del dossier riguarda le basi militari straniere su suolo italiano. Oltre al dossier vicentino, Sbilanciamoci ricorda la presenza di 1.546 edifici posseduti dagli Usa che ne affittano altri 1.168 (2 mln di mq in totale). Il fatto è che il loro mantenimento compete però a noi con un contributo alle spese del 41% (366,54 milioni di dollari). «Ridiscutere la presenza di alcuni insediamenti nel nostro paese – conclude Sbilanciamoci – comporterebbe un risparmio».
Infine le luci. Con qualche ombra: oltre al capitolo diminuzione dei tribunali militari c’è il servizio civile, risorsa paese che andrebbe nella direzione di una svolta nel senso di un nuovo tipo di «difesa della patria». Ma è una risorsa sottofinanziata (303 milioni di euro contro i 500 necessari per avviare al servizio civile 60mila giovani). Benché per il 2008 sia previsto un aumento (da 257 a 303), nel 2009 e 2010 tornerà alla cifra attuale. La spesa militare continua ad aumentare. Quella per gli obiettori no.
di lettera 22