Quarant’anni fa, nell’ottobre del 1967, Ernesto Che Guevara fu catturato e in seguito assassinato da un distaccamento dei ‘Rangers’ dell’esercito boliviano, diretto e addestrato da agenti della CIA.
Cosa resta oggi di questo simbolo, di questo esempio? Solo un rispetto, un’ammirazione lontana? E’ solo un combattente delle battaglie del passato? No, in nessun modo.
Quarant’anni fa, nell’ottobre del 1967, Ernesto Che Guevara fu catturato e in seguito assassinato da un distaccamento dei ‘Rangers’ dell’esercito boliviano, diretto e addestrato da agenti della CIA.
Cosa resta oggi di questo simbolo, di questo esempio? Solo un rispetto, un’ammirazione lontana? E’ solo un combattente delle battaglie del passato? No, in nessun modo.
UN RIVOLUZIONARIO DELLA NOSTRA EPOCA
La più forte caratteristica del Che, la sua anima di rivoluzionario, consistette nell’identificazione della rivoluzione con la vita. Bisogna partire da lì per comprenderlo. Quando il Che vuole definire cos’è un militante parla di ‘sentire la rivoluzione!essere un rivoluzionario dentro’.
Il suo pensiero si realizzò a partire dall’esperienza viva e dalla profonda riflessione su questa. Cercò conclusioni teoriche per far avanzare il marxismo pensando alle necessità pratiche della costruzione del socialismo a Cuba e dell’estensione della rivoluzione.
Il motore essenziale di questa ricerca è la convinzione che il socialismo non ha senso -e non può trionfare- se non rappresenta un progetto di civilizzazione, un’etica sociale, un modello di società totalmente antinomico ai valori dell’individualismo meschino, dell’egoismo feroce, della competitività, della guerra di tutti contro tutti della civiltà capitalista.
Attualmente, il capitalismo appare come il grande vincitore. E lo fa con una arroganza che si spiega solo con l’assenza di un’alternativa politica credibile. Il bilancio dello stalinismo pesa terribilmente sull’idea socialista: non si conta solo in milioni di morti, ma ha anche screditato agli occhi di tutta una generazione l’idea che un altro sistema diverso dal capitalismo, avrebbe potuto essere instaurato e funzionare. Non ostante ciò, l’immaginazione torna ad alzarsi. Nel mezzo di questa nuova ebollizione ideologica alla ricerca di soluzioni egualitarie, democratiche e antiburocratiche, il pensiero del Che costituisce una fonte di ispirazione inesauribile.
LA DEMOCRAZIA SOCIALISTA
Nonostante il Che non arrivò mai a elaborare una teoria terminata sulla carta della democrazia nella transizione socialista, rifiutava le concezioni autoritarie e dittatoriali che causarono tanti danni al socialismo nel ventesimo secolo. Il socialismo per il Che era il progetto storico di una nuova società, basata su valori di uguaglianza, solidarietà, collettivismo, altruismo rivoluzionario, libera discussione e partecipazione popolare. Tanto le sue critiche al ‘socialismo reale’, quanto la sua pratica come dirigente e la sua riflessione sull’esperienza cubana sono ispirate da questa utopia comunista.
LA NECESSITA’ DELLA SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE
‘L’internazionalismo proletario è un dovere, ma è anche una necessità rivoluzionaria’. Questa combinazione tra il contenuto morale e la forza della necessità pratica è la chiave del pensiero del Che in tutti i campi. Il 1 gennaio del 1994, alla luce del cammino tracciato dalle battaglie del Che, i contadini zapatisti impugnarono le armi per lanciare un ‘abbiamo detto basta’ diretto al nuovo ordine mondiale. Nel dicembre del 1995, in Francia, la prima grande rivolta contro il neoliberalismo annunciava il ritorno della lotte sociali.
Da allora, in tutti luoghi del mondo, non si è smesso di ripetere queste parole: ‘Un altro mondo è possibile!’. Questo grido di urgenza lanciato dai popoli ha avuto eco nel trascorso degli eventi in Europa e in Asia, in Venezuela, in Argentina, in Bolivia, in Ecuador!
Il socialismo e il comunismo nacquero dalla dialettica tra la riflessione e le esperienze di lotta delle organizzazioni degli oppressi. La speranza apparve dal basso. E da là tornerà a sorgere.
Per il Che il socialismo non era un progetto di società che si riceveva ‘chiavi in mano’. La lotta per abbattere il capitalismo doveva essere percepita da ognuno come un’urgenza personale. Un’urgenza più attuale che mai!
—scritto dai compagni catalani di RevoltaGlobal
e tradotto da Elena Saroni
di RevoltaGlobal