Quella di oggi [6 ottobre] è stata una manifestazione molto partecipata e determinata, nonostante la pioggia scrosciante che ci ha accompagnati per tutto il percorso.
Come movimento abbiamo posto obiettivi (un nuovo spazio per CRASH! e l’opposizione al modello cofferatiano) e li abbiamo realizzati.
Ma abbiamo fatto molto di più.
Mentre il movimento si radunava in via Indipendenza, alcuni compagni e compagne di CRASH! hanno liberato un nuovo spazio in via Zanardi 106.
Mentre la questura aveva dato chiare prescrizioni per il corteo, queste sono state violate, riuscendo a portare tutto il corteo dalle vie centrali di Bologna fino al nuovo Laboratorio CRASH!
Mentre le promesse del Sindaco tentavano di depotenziare questa data, abbiamo dimostrato quanto queste promesse siano inattendibili: grazie al blitz che abbiamo fatto nell’edificio sgomberato di via Zanardi 48 è sotto gli occhi di tutti come il pretesto di costruzione di un archivio con cui siamo stati sgomberati sia stato solo funzionale alla sua distruzione.
Nonostante tutti i tentativi di impedirci di riappropriarci di uno spazio nel corso del corteo, i muri che il meccanismo sociale che le politiche securitarie cofferatiane cercano di erigere attorno ai conflitti sociali è stato abbattuto, simbolicamente e fisicamente.
A questo corteo hanno aderito decine di realtà sociali e politiche con una unità di intenti ed un’unanime determinazione nel perseguirli, pronti a conquistare nella piazza quanto fosse stato negato al corteo. In questo senso il nostro ruolo è stato quello di cercare all’interno delle infinite connotazioni che questa piazza avrebbe potuto assumere, quella capace di concretizzare praticamente i contenuti del corteo e di farlo con le modalità che abbiamo assunto. In questo senso la piazza ha posto nella nuova sede del Laboratorio CRASH! una sorta di “garanzia sociale”, dal basso, del fatto che le promesse fatte dal Sindaco si trasformino in proposte, vista la menzogna alla base dello sgombero che abbiamo subito questa estate. Qualcuno ha affermato che saremmo stati artefici del nostro destino. Ora tocca ad altri muoversi.
Questo è quello che abbiamo posto in essere. Dal nuovo spazio, ben consci di quello che rappresenta aver occupato questo edificio e in queste modalità, come sempre alla ricerca di un riconoscimento della soggettività di un movimento capace di essere laboratorio sociale, culturale e politico, come Laboratorio CRASH! continueremo sui percorsi che fino ad oggi abbiamo tracciato. Ogni tentativo di sgombero rappresenterà un nuovo problema di ordine pubblico: in assenza di altre soluzioni resisteremo nello spazio. Ribadiamo la nostra disponibilità, da sempre affermata, a trasferirci qualora si individuino dei luoghi idonei, in modi che non snaturino la nostra esperienza.
Ma il corteo di sabato ha anche voluto essere primo momento di un percorso di lotta tutto ancora da articolare all’interno dei territori, un percorso di iniziativa politica operato da tutte le realtà sociali e politiche antagoniste che hanno attraversato quella piazza.
Dalla conflittualità dei territori, dalle riappropriazioni di spazi e case, dalla difesa delle condizioni di vita di precari, migranti e studenti, dai grandi momenti resistenziali che si moltiplicano dalla Val Susa a Vicenza prende le mosse una nuova soggettività determinata ad avere uno ruolo all’interno dei nuovi scenari che il costruirsi del Partito Democratico prospetta. Un ruolo necessariamente antagonista che parta dall’autonomia dei movimenti e dei soggetti sociali, lontano nell’individuazione dei suoi obiettivi e nella loro realizzazione dalle logiche di una classe politica che, nel suo professarsi interna alle dinamiche sociali, semplicemente le annulla, appiattendo il conflitto su mere valutazioni di ordine pubblico e controllo.
Un sindaco, abbagliato dalla prospettiva di un potere assoluto capace di determnare la natura e la sostanza delle piazze, si trova oggi a lamentarsi che a Bologna i movimenti fanno quello che vogliono, realizzando i propri obiettivi. Noi, dall’altro lato, lavoriamo scientemente perchè così sia e continui ad essere. Per questo quella piazza assume nel movimento e per il movimento una strada aperta, un primo passo nella direzione di un progetto di endemica conflittualità che sia realmente comune, a partire dalle nostre lotte.
I terreni della libertà di movimento, della libertà di espressione, della soddisfazione dei bisogni materiali e dei desideri, della creazione di spazi d’autonomia rimangono oggi esclusivo appannaggio dei movimenti, di fronte ad una riproduzione del sociale che questi modelli amministrativi, imperniati sulle politiche securitarie, vorrebbero votata esclusivamente ad una razionalizzazione produttiva.
La nostra iniziativa continuerà ad attraversare tutta la città, oltre che il nuovo spazio.
Assemblea pubblica alle ore 21:00 di Martedì 9 ottobre presso il Laboratorio CRASH! in via Zanardi 106 in vista dei prossimi appuntamenti.
Giovedì 11 ottobre, dalle ore 15, saremo presenti in Piazza Roosevelt, sotto la Prefettura, per tornare a riaffermare in città che l’esigenza di uno spazio non debba di nuovo ridursi ad una questione di ordine pubblico, chiedendo che una nostra delegazione venga ricevuta dal Prefetto.
Laboratorio Occupato CRASH! [6.0]
Via Zanardi 106, Bologna
di Laboratorio CRASH!