Retata a Roma. 20 arresti nell’estrema destra

Questa mattina, a Roma, una operazione dei carabinieri del Ros e della Digos ha portato all’arresto di venti persone appartenenti all’area neofascista romana, alcuni vicini a Forza nuova, altri gravitanti attorno alle componenti ultras di estrema destra, soprattutto della curva laziale…
Questa mattina, a Roma, una operazione dei carabinieri del Ros e della Digos ha portato all’arresto di venti persone appartenenti all’area neofascista romana, alcuni vicini a Forza nuova, altri gravitanti attorno alle componenti ultras di estrema destra, soprattutto della curva laziale. Circola il nome della ex Banda Noantri, gruppo nato una decina di anni fa da una «scissione» degli Irriducibili della curva nord e da un paio di anni autoscioltosi per il carico pesante di diffide. Molti degli indagati farebbero riferimento alla zona di piazza Vescovio, quartiere «nero» per eccellenza, che ospita diverse sedi e luoghi di ritrovo, più o meno ufficiali, dei gruppi neofascisti. Secondo gli inquirenti, gli arrestati farebbero parte «di una struttura criminale protagonista di atti di violenza, anche di matrice politica», tra i quali gli assalti alle caserme di polizia in occasione della morte di Gabriele Sandri e l’irruzione ad un concerto della Banda Bassotti a Villa Ada lo scorso giugno. Tra i reati contestati, associazione per delinquere, devastazioni, lesioni, porto di oggetti contundenti. Per coloro che risultano coinvolti negli scontri dell’11 novembre scorso dopo l’uccisione di Gabriele Sandri, è scattata anche l’aggravante di «terrorismo», la stessa già presa in esame in occasione dei primi arresti per l’assalto alla caserma di via Guido Reni. Senza nulla togliere alla gravità delle accuse, l’aggravante ipotizzata sembra rispondere a motivazioni di carattere politico, deviando l’analisi dei fatti penalmente perseguibili dalle responsabilità istituzionali [politiche e sportive] sulla gestione dell’omicidio Sandri.
Sono quattro, invece, gli indagati coinvolti nei fatti di Villa Ada del giugno del 2007, quando una quarantina di persone, a volto coperto ed armati di bastone e coltelli assaltarono il concerto della Banda Bassotti, durante una serata dell’estate romana. Un assalto paramilitare durato oltre venti minuti, avvenuto a due passi dalla locale caserma dei carabinieri e in un orario di punta per il traffico della città. Nonostante le circostanze dell’agguato, nessuno degli autori fu fermato o indagato, anzi finirono sotto inchiesta due persone che provarono a difendersi.
La tempistica dell’operazione fa pensare a una accelerazione delle indagini, forse dovuta all’ennesima aggressione impunita avvenuta domenica 17 febbraio nei confronti di uno studente di Vigne Nuove, picchiato davanti la propria abitazione da due militanti di Blocco studentesco.
Per troppo tempo, intimidazioni e aggressioni contro centri sociali, occupazioni di case, militanti di sinistra, ma anche gente comune, hanno segnato il nuovo protagonismo della destra neofascista, nella completa inerzia delle forze dell’ordine, magistratura e istituzioni locali.
Da alcuni anni, la città di Roma si presenta come laboratorio della nuova destra, che si vanta di una vocazione «sociale e radicale», soprattutto attorno alla organizzazione di Fiamma tricolore. Una precisa strategia politica, sociale e comunicativa ha sbaragliato i punti di riferimento tradizionali del neofascismo romano, rompendo tabù e retaggi culturali su alcuni temi significativi: legalità, clericalismo e revanscismo. Le campagne sulle occupazioni abitative, la formazione di «centri sociali» non conformi, la retorica antisistema e «rivoluzionaria», l’affermazione di una laicità nazionalistica e una profonda innovazione di linguaggio, hanno prodotto un’attenzione abbastanza diffusa tra i giovanissimi. Una doppia strategia, implementata dalla contingenza elettorale: da una parte, protagonismo sociale e costruzione identitaria attraverso l’uso della violenza; dall’altra, spregiudicatezza nelle relazioni con la destra di governo, allo scopo di affermare un ruolo di interdizione non marginale. Insomma, una declinazione «nuova» di un modello [il partito] assolutamente antico. La possibilità di accesso a risorse cospicue di finanziamento, più o meno trasparenti, è finalizzata alla costruzione di una forte organizzazione che, ad esempio, è riuscita a ottenere risultati evidenti nel circuito delle scuole medie superiori. Al vuoto di progetto e di aggregazione della sinistra, ha corrisposto un pieno, seppur inquietante, di proposta politica e di immaginario. La ripresa delle mobilitazioni nelle scuole e nella città, insieme ad un sussulto della politica e della magistratura, [forse] stanno incrinando il percorso dei nuovi fascisti

di carta.org