Stamattina le perquisizioni nelle case di tre militanti del Presidio. Questa sera l’affollata assemblea straordinaria; vorrebbero rubarci i sogni dal cassetto: noi li vogliamo realizzare.
E’ stata una lunga giornata per il Presidio Permanente, conclusasi questa sera con l’assemblea straordinaria: centinaia di persone si sono ritrovate a Ponte Marchese. Solidarietà e indignazione. Rabbia e determinazione. Stamattina tre abitazioni sono state perquisite: gli agenti cercavano prove di colpevolezza per l’attentato avvenuto lo scorso 5 luglio all’oleodotto militare La Spezia – Aviano.
Quella notte una pentola a pressione era stata fatta esplodere nel pozzetto d’ispezione dell’infrastruttura militare; qualche giorno dopo, l’azione era stata resa nota da un video inviato alla stampa e firmato “Team antimperialista”. Nove mesi dopo, arrivano le perquisizioni a carico di attivisti del Presidio Permanente. Le ragioni che motivano l’iniziativa della Magistratura sono definite “molto significative” dal mandato che viene consegnato ai perquisiti: aver visitato un sito internet per la prima persona, aver fatto una chiamata col cellulare all’interno di un raggio di 10 km dal luogo dell’avvenimento per la seconda, essere il compagno della prima persona per la terza. Insomma, se non fosse per la gravità dell’accaduto, le ragioni adotte dal PM sarebbero quanto meno esileranti. Invece non possiamo riderci sopra, ma di certo possiamo dire che sono ridicole. Chi si batte contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza non ha mai avuto paura di mostrare in pubblico il proprio viso, nelle occupazioni come nei blocchi, nel taglio dei cavidotti e in quello delle reti del Dal Molin. Perchè difendere la nostra terra è una responsabilità che ci assumiamo fino in fondo; ma soprattutto perchè il nostro viso esprime il nostro amore verso Vicenza e la nostra determinazione contro la guerra e l’imposizione.
Guardacaso, dopo 270 giorni di silenzio, la pentola a pressione posta nel pozzetto dell’oleodotto ritorna di attualità; lo fa diciotto giorni dopo l’incidente allo stesso oleodotto che ha provocato un disastro ambientale, inzuppando di kerosene il terreno di ricarica della falda acquifera e inquinando i fiumi Astichello e Bacchiglione. In questi diciotto giorni, mentre tutti tentavano di minimizzare, il Presidio denunciava l’avvenuto, mostrando ai vicentini le foto dell’inquinamento e facendo annusare a chiunque l’acqua aromatizzata con il carburante prelevata dai corsi d’acqua di Monticello Conte Otto.
Con la paura si governano i popoli: è una vecchia massima che nel contrastare il movimento che si batte per impedire la militarizzazione di Vicenza è sempre stata tenuta in considerazione. Ed ecco che si mette all’indice un movimento che, nonostante tutto, ha mantenuto il suo radicamento nella comunità locale: le perquisizioni di questa mattina dicono ad ognuno di noi che chi si oppone può essere accusato. Chi non accetta l’imposizione può essere svegliato all’alba, perquisito e sbattuto sulle pagine dei giornali. E non importa se l’impianto accusatorio non si regge in piedi; quel che conta è il messaggio: fate una vita normale, anonima, qualunquista. Dedicatevi al vostro mondo privato, ma non metteteci i bastoni tra le ruote. Un ricatto.
Ma se pensavate di impaurirci avete sbagliato; perchè questa sera, al Presidio, ci siamo guardati in faccia, e ci siamo visti incazzati. Voi, che vorreste coprire l’imposizione con il sopruso; voi, che vorreste far passare l’ingiustizia con la calunnia; voi, che vorreste una città zitta a accondiscendente; a voi diciamo: il futuro è nelle nostre mani. E vi sorprenderemo ancora una volta: perchè torneremo a far le iniziative di tutti i giorni con la nostra determinazione e il nostro sorriso. Vorreste far scendere la nebbia su Vicenza; ma, come dice Don Gallo, “a Vicenza è primavera”: e a primavera il sole è abbastanza forte per dissipare ogni nebbia.
Ci chiamiamo Marta, Stefano, Daniele; ci chiamiamo No Dal Molin. Denunciateci pure e copritevi di ridicolo: noi domani saremo ancora qui a difendere la nostra terra dalle basi di guerra. Ma ora, lasciateci dormire in pace: abbiamo dei sogni da fare. Perchè Vicenza sarà diversa: sarà il nostro sogno che diventa realtà.
di presidio permanente no dal molin