La scorsa settimana il consiglio dei ministri ha approvato un decreto
legge che contiene un piano di tagli sulle scuola: sono previsti 70 mila
cattedre e 40 mila posti Ata in meno in tre anni, e minori spese per
quasi 8 miliardi di euro.
Gli effetti si vedranno nel 2009-2010: saranno
l’innalzamento di un punto percentuale del rapporto alunni-docente e il
taglio netto del 17 per cento sugli organici di bidelli, amministrativi
e tecnici. Tutto ciò dovrebbe avere numerose ricadute pratiche: la
riduzione delle ore di lezione alle superiori, l’accorpamento delle
classi di concorso, il ritorno alle elementari del maestro unico,
l’abolizione del tempo pieno, il ridimensionamento del sostegno
all’handicap. Il ministro Gelmini ha un anno di tempo per varare tutti i
regolamenti necessari, disponendo anche di un potere sanzionatorio nei
confronti dei dirigenti ministeriali e scolastici. Una «task force»
composta da rappresentanti dei ministeri dell’Istruzione e
dell’economia, monitorerà l’attuazione del piano, fortemente contestato
dai sindacati confederali, che lo definiscono «un attacco clamoroso al
sistema scolastico pubblico».
da carta
di collettivo studentesco aca toro