Tutto è pronto per la grande manifestazione di sabato 13 settembre, quando Vicenza riporterà in piazza il coraggio e la determinazione di una città che non vuol farsi sopraffare dall’arroganza. Un corteo che partirà da Piazza Matteotti, nel centro cittadino, per giungere al Festival No Dal Molin, la festa di quanti difendono Vicenza dall’imposizione e dalla devastazione ambientale.
Dietro allo striscione d’apertura, come sempre, ci saranno le famiglie vicentine; bambini e genitori, anziani e giovani in piazza per difendere il proprio diritto ad avere voce sul futuro della città. La posta in gioco è alta: in tanti, infatti, vorrebbero far saltare la consultazione popolare prevista per il prossimo 5 ottobre. Con tale scopo si è attivato il Presidente del Consiglio Berlusconi in persona che, con una lettera, ha chiesto con tono minaccioso al Sindaco Variati di annullare questo importante momento di democrazia.
Ma di segnali ce ne sono tanti; a partire dal rinnovo dell’incarico di commissario governativo a Paolo Costa, confermato proprio quest’oggi nel suo ruolo. Costa è colui che da un anno chiede di “estirpare alla radice il dissenso locale” vicentino, quasi che esso fosse un male e non una grande prova di democrazia e partecipazione.
E poi ci sono le violenze di una settimana fa, quando il questore Sarlo ordinò ai suoi uomini di “dare una lezione” ai vicentini impegnati in una manifestazione pacifica, autorizzata e concordata il giorno precedente.
Per capire cosa sta succedendo è sufficiente sommare questi segnali: il governo ha lanciato una pesante campagna di delegittimazione della consultazione popolare perché evidentemente, assieme agli statunitensi, temono questo potenziale momento di partecipazione; ne hanno paura perché potrebbe rappresentare un precedente: e, del resto, mai una comunità locale ha potuto esprimersi sulla realizzazione di un’installazione militare. Vogliono, dunque, calpestare la democrazia vicentina chiudendo la partita prima del 5 ottobre, costi quel che costi.
Ecco perché sabato è importante tornare in strada e dar vita a un lungo serpentone umano. La consultazione popolare, senza iniziative collettive che la difendano e la riempano di valore, sarebbe delegittimata in partenza. E’ quello che vuole il governo; ed è quello che noi impediremo, tornando in tanti, festosi ma determinati, a riempire le strade di Vicenza. Vicenza non si arrende, Vicenza si difende.
di no dal molin