Vi siete mai chiesti perché “CSI” è diventata una serie cult mentre “i RIS” è una fiction pacchiana? Forse una delle ragioni va ricercata nell’imbarazzante pressapochismo delle nostre forze dell’ordine nel condurre le indagini.
Cosa che certamente non rappresenta un bell’esempio da seguire per sceneggiatori e registi. Prendiamo ad esempio il caso dei due cittadini rumeni arrestati per lo stupro della Caffarella. Solo pochi giorni fa sono stati presi e dati in pasto ai media che li hanno giudicati, processati e condannati in diretta. Nessun dubbio, nessun tentennamento. I nostri giornalisti “embedded”, tutti allineati e coperti nella campagna contro il rumeno, hanno riempito pagine e TG con le facce dei “mostri”. Tanto è cosa nota che la presunzione d’innocenza vale solo per gli ariani. Ieri, però, gli stessi inquirenti sono stati tristemente costretti ad ammettere che tutte le prove scientifiche dimostrano come i due non fossero sulla scena del crimine. Il nostro cronista con l’elmetto sarà rimasto alquanto spiazzato: ma come, uno dei due aveva anche confessato? Si, però successivamente aveva anche ritrattato denunciando di essere stato malmenato ed indotto ad autoaccusarsi. Eppure questa denuncia era stata ignorata o derubricata ad una non notizia! vuoi mettere la parola di un rumeno contro quella di un italiano, per giunta in divisa? E adesso viene fuori che il rumeno aveva detto la verità e l’italiano (in divisa) aveva manipolato le prove. Signora mia, dove andremo a finire di questo passo? Ma soprattutto, come faremo ad alimentare l’allarme rumeni? Niente paura, ancora una volta la polizia viene in soccorso del bravo giornalista in difficoltà e con sprezzo del ridicolo dichiara pubblicamente che: l’analisi accurata del cromosoma Y dimostra che bisogna continuare a cercare nella comunità romena perché attraverso l’analisi di questo particolare componente si può ricavare l’etnia del profilo genetico. Torniamo seri. Neanche Goebbels e Mengele sarebbero arrivati a sostenere una tale cazzata razzista che non ha alcun fondamento scientifico. Non serve essere dei genetisti per sapere che il DNA di tutti gli esseri umani è pressoché identico e che il concetto di razza non ha alcuna base genetica, basterebbe un libro di scienze delle superiori. Eppure la sensazione è che questa castroneria serva solo a mascherare l’incapacità degli investigatori e la superficialità con cui sono state condotte le ricerche. Il tutto, ovviamente, con la complicità del giornalista coll’elmetto.
di Militant