Take Back The night, Street parade lgbt.
di Marina Zenobio – dal manifesto
C’è la freschezza della gioventù nelle centinaia di visi di donne che ieri sera, a Roma hanno partecipato alla street parade organizzata dai collettivi Ribellule, Facinorosse e Malefiche, a cui hanno aderito molti altri gruppi di donne, femministe e lesbiche. Mancava però il mondo delle transessuali, nonostante il corteo, partito da piazza Vittorio, fosse dedicato a Blenda.
L’evento ha aperto una settimana di mobilitazione in occasione della giornata internazionale contro la violenza alle donne (che per il calendario Onu è il 25 novembre) e che si concluderà con la manifestazione nazionale di sabato prossimo. A Brina, di Lady Fest (che nella capitale, lo scorso maggio, hanno organizzato un festival indipendente e auto-prodotto di musica, arti visuali e workshop tutto al femminile ma per un pubblico misto) chiediamo il senso di questo evento :”Abbiamo ripreso una tradizione degli anni ’70, per rivendicare la nostra libertà di movimento anche nelle strade, contro le logiche securitarie che ci dicono che la strada è brutta, buia e pericolosa. E soprattutto vogliamo ricordare che nel 90% dei casi la violenza contro le donne avviene in famiglia”. Vero, quello dei cortei notturni è una tradizione del femminismo degli anni ’70, ma i tempi sono cambiati, noi dicevamo “Riprendiamoci la notte” loro Takebackthenight, ma i contenuti non sono diversi. Tanti cappelli da strega e velette viola, i tamburi della Malamurga e musica a palla dai camioncini che precedono i vari spezzoni del corteo. Ci sono anche le donne di Action A, tante le immigrate coi loro striscioni contro xenofobia, razzismo e discriminazione, ed anche molti ragazzi, organizzata e gestita da donne, ma non è separatista.
Uno striscione ricorda Blenda, la trans dello scandalo Marrazzo trovata uccisa venerdì scorso: “non ci toglieranno la dignità, la sorellanza è la nostra arma, con rabbia e amore ciao Blenda”. Questa serata è anche per lei “perché – ci dice con tristezza Brina – si parla di trans solo quando salgono ai tristi onori della cronaca, nel quotidiano sono un rimosso della società. Noi invece vogliamo che anche loro possano legittimamente reclamare la notte ma anche il giorno”. “Nell’immaginario collettivo – gridano da un camioncino – la notte è sempre stata associata a insicurezza, violenza e paura, col tempo noi stesse abbiamo imparato a introiettare l’idea del pericolo del mondo esterno. Ora è il momento di riprendersi la notte perché, dopo anni di politiche sempre più restrittive per la libertà di tutti ma soprattutto di tutte, vogliamo ribadire cosa vuol dire sicurezza per noi”. Lo striscione del Centro Donnalisa – che a Roma gestisce anche un centro antiviolenza dove accoglie e offre assistenza a molte mogli e fidanzate maltrattate dai partner o ex – dice che è “meglio in piazza di notte che in famiglia con le botte”. Secondo l’Istat, in Italia, sono quasi 7 milioni le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica e sessuale. Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro e, nella maggior parte dei casi, gli autori non sono degli sconosciuti ma conoscenti, e più spesso hanno le chiavi di casa.