Sentenza choc del tribunale di Roma: otto mesi di reclusione sono stati comminati martedì scorso, in primo grado al giornalista di Liberazione, e tra i fondatori di Megafonoquotidiano, Checchino Antonini oltre che a Piero Sansonetti, all’epoca dei fatti direttore di Liberazione, per un articolo del 16 settembre 2005 con la cronaca di una forte polemica politica tra alcuni sindacati di polizia e Gigi Malabarba. allora capogruppo di Rifondazione a Palazzo Madama. Il giorno prima – con un’interrogazione firmata con diversi altri colleghi e successivamente con un botta e risposta con un sottosegretario – Malabarba aveva criticato in maniera ferma i criteri discrezionali, nella valutazione degli operatori della polizia ai fini dell’avanzamento di carriera. L’occasione erano stati gli ottimi voti – con riferimento al 2001 – ricevuti da due funzionari coinvolti nelle inchieste sulle violenze e gli abusi commessi nei giorni del G8 2001. Malabarba s’era detto convinto che, grazie a un «uso strumentale» di quei meccanismi discrezionali di avanzamento e prepensionamento (stigmatizzati anche dal magistrato amministrativo), l’allora capo della polizia, capo della commissione di valutazione – fosse riuscito a selezionare dei dirigenti fidati e ad espellere i quadri «scomodi» con un «sistema ingiusto e vessatorio».
L’indomani le agenzie riportarono alcune violente dichiarazioni di diversi segretari sindacali del personale di ps e Liberazione ne diede conto. Uno di loro, Giuseppe Tiani, leader nazionale del Siap, s’è sentito diffamato poiché l’articolo ricordava la sua parentela con il segretario provinciale della medesima sigla, all’epoca inquisito per favoreggiamento di personaggi legati all’estrema destra barese e per rivelazione di segreto d’ufficio. Solo il 22 gennaio di quest’anno costui sarebbe stato assolto dalla prima accusa e condannato a 9 mesi per violazione del segreto di ufficio, pena peraltro sospesa.
La sentenza contro Antonini e Sansonetti è un fatto davvero grave. Otto mesi di carcere a un giornalista che non ha diffamato nessuno ma ha solo messo il naso dentro la gestione del G8 2001, costituiscono un’enormità. Quanto si dovrebbe dare a Feltri per i suoi articoli su Boffo? Il caso, tra l’altro, non è isolato. Checchino Antonini, insieme a Francesco Barilli e all’avvocato genovese Dario Rossi, autori del libro, edito da Alegre, “Scuola Diaz, vergogna di Stato” sono stati denunciati dal questore Fournier per aver definito “vergognosa” la sua promozione dopo i fatti genovesi. I fatti parlano chiaro: non si sta procedendo contro una stampa, o un’editoria, che calunnia o diffama ma semplicemente contro il tentativo di ricostruire quella stagione, di seguire passo passo gli eventi che coinvolgono istituzioni importanti e che continuano ad avere ricadute politiche e, purtroppo, giudiziarie.
Checchino Antonini è un nostro redattore e un nostro compagno. E quindi sosterremo la sua difesa e la battaglia contro le false accuse e l’ingiusta condanna che gli vengono mosse. Nei prossimi giorni ci sarà una conferenza stampa ma crediamo che fin da subito sia utile e importante inviare la propria solidarietà a Checchino, la propria indignazione per questo ennesimo “avvertimento” e ribadire che Genova 2001 non la vogliamo dimenticare, né riporre in un archivio giudiziario.