“Accetto con piacere l’invito di Casa Pound Italia a partecipare ad un tavolo di confronto sui diritti civili”.
Paola Concia
“Probabilmente sono più d’accordo con un documento come il vostro, pur non condividendone alcuni passaggi che con alcuni documenti sul tema prodotti dal mio partito. Mi chiedo però se condividete la mia valutazione che omofobia e razzismo coincidano”.
Paola Concia
“Sono stato invitato e ho detto sì, e questo è quanto. Di covi romani dell’odio antigay non so nulla. E poi io per principio non ho niente contro nessuno, né contro i comunisti, né contro i fascisti, né contro i gay. D’altra parte possono dire quello che gli pare, ma se ho deciso di andare vado. Prima di accettare mi sono informato e quello che ho saputo è che Casa Pound fa un sacco di iniziative culturali”.
Marcello Dell’Utri
“Da sinistra mi hanno accusato di essere andata in missione nell’ultradestra per conto del mio’padrone’. Loro parlano di ‘padroni’, ragionano così. Ma io ho incontrato solo persone gentili, intelligenti, attente. Tra le due civiltà c’è un abisso. Anzi, direi che civiltà si può definire solo la destra, ché questa sinistra civile non è”.
Stefania Craxi
”A chi dice che il fascismo è il male assoluto, io rispondo che piazzale Loreto è il male assoluto”.
Stefania Craxi
CRONISTORIA DI CASA POUND
La trasferta milanese
Milano: domenica 29 Giugno 2003, Festa Tricolore di Alleanza Nazionale. A sole poche ore dal concerto di Franco Battiato si svolge il dibattito: “Comunità giovanili: l’alternativa ai centri sociali. L’aggregazione a Milano dopo la vicenda Leoncavallo”.
Sotto gli occhi attenti di Giorgia Meloni e Carlo Fidanza, all’epoca rispettivamente Presidente e Reggente nazionale di Azione Giovani, si formalizza in quella occasione un’intesa politica tra Alleanza Nazionale e la nascente Area Non Conforme.
A quel dibattito infatti accanto ad Aldo Brandirali, ex maoista transfuga in Forza Italia e all’epoca Assessore Giovani del Comune di Milano, e a Francesco Lattuada, ai tempi responsabile della Comunità Giovanile di Busto Arsizio poi consigliere comunale di Alleanza Nazionale-Pdl, sotto inchiesta nel 2007 nell’ambito delle indagini sul “Partito Nazional-Socialista dei Lavoratori” nel varesotto, siede, in qualità di responsabile di Casa Montag, un trentenne ai più sconosciuto: Gianluca Iannone.
Poco più di due mesi dopo nasceva a Roma quartiere Celio il Foro ‘753, per la cui storia rimandiamo al documento già on line “L’organizzazione di Alleanza Nazionale Foro 753″, e soli sei mesi dopo sempre a Roma ma nel quartiere Esquilino una folto gruppo di camerati di Casa Montag dava vita a Casa Pound. Se l’operazione Foro ‘753 nasce e si sviluppa organicamente all’interno di Alleanza Nazionale, diverso è l’iter seguito da Iannone e dall’Area Non Conforme. A tal proposito occorre quindi fare un salto indietro.
Sinergie Europee e l’Università d’Estate: nasce Casa Montag
Nata nella seconda metà degli anni Novanta per rilanciare il circuito culturale della destra radicale in Europa, Sinergie Europee era un coordinamento di forze “antiamericane” ed “antimondialiste” con buone ramificazioni principalmente in Francia, Belgio e Germania, e diversi contatti anche nei paesi dell’est. Sorta di linea di comunicazione aperta tra gli ambienti della Nouvelle Droite di Alain de Benoist e la cultura del neofascismo continentale “eurasiatico”, in Italia la sua costola era rappresentata dalla rivista milanese “Orion”, edita dalla casa editrice Barbarossa. Nelle intenzioni di alcuni suoi esponenti come Maurizio Murelli, condannato a diciotto anni nel 1973 per l’omicidio dell’agente Marino, e Rainaldo Graziani, animatore a Roma di Meridiano Zero e successivamente organizzatore della Guardia d’onore a Benito Mussolini, tuttavia Sinergie Europee da semplice coordinamento quale era sarebbe dovuto diventare un unico partito europeo. Non andò così, e in Italia l’unica iniziativa di rilievo da parte di Sinergie Europee fu l’organizzazione e promozione annuale di un raduno di “formazione” politica denominato “Università d’Estate”.
La principale caratteristica di questi raduni fu l’apertura ai militanti della destra sociale come a quelli dei gruppi radicali, alle comunità militanti come ai senza partito. Il progetto vide così la partecipazione di Roberto Fiore, Piero Puschiavo e Gabriele Adinolfi, personaggio quest’ultimo centrale per lo sviluppo e l’affermazione dell’intera Area Non Conforme. Nel 2000 così lo stesso Adinolfi descriveva quell’esperienza: “Vi è stata una coesione immediata di gruppi eterogenei: una trentina di realtà provenienti da oltre quaranta città italiane; realtà autonome, realtà metapolitiche e realtà militanti tra le quali spiccavano quadri nazionali di Forza nuova, quadri della Fiamma, assessori di An che non erano saltimbanchi del politichese ma espressioni di realtà militanti territorialmente radicate; il tutto condito dalla presenza leghista.”
Nel giro di pochi anni fu proprio Adinolfi ad assumere quindi la guida dell’Università d’Estate attraverso il network di “formazione, comunicazione e ricerca culturale” Centro Studi Polaris.
Dall’esperienza dell’Università d’Estate nel luglio del 2002 un gruppetto di ex militanti del Movimento Politico Occidentale e del Fronte della Gioventù, e della relativa Divisione Artistica, diede quindi vita poco fuori Roma all’occupazione neofascista Casa Montag: nasceva contestualmente l’Area Non Conforme.
A dispetto dei proclami da “duri e puri” i non-conformi di Casa Montag subito si segnalarono tuttavia per lo spiccato “realismo” della loro azione politica. Nel gennaio del 2003 di fronte alle minacce di sgombero della giunta Veltroni in un articolo su “La Stampa” uno degli esponenti di Casa Montag, Gianmaria Camillacci, dichiarava senza troppi giri di parole: “La destra sociale di An è il nostro riferimento”. A stretto giro giunse così il comunicato di solidarietà di Azione Giovani a firma di Carlo Fidanza, Luca Malcotti, ai tempi consigliere comunale e Presidente di Azione Giovani Roma, e Giovanni Zinni, coordinatore nazionale della mozione più sociale di Azione Giovani, “Gioventù Identitaria”.
Da Casa Montag a Casa Pound: l’intesa milanese
La nascita di Casa Montag rappresentò dunque un primo punto di arrivo di quel particolare percorso del neo-fascismo italiano che andava da Sinergie Europee all’Università d’Estate. Ma al duo Adinolfi-Iannone, superato lo “scoglio” Veltroni, e avendone tastato il ventre molle, quel casolare a dieci chilometri da Saxa Rubra non poteva che andare stretto. Forti dell’intesa raggiunta con Alleanza Nazionale, simbolicamente ratificata in occasione del dibattito estivo milanese di cui sopra, alla fine del Dicembre 2003 giunse così l’occupazione di un palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione nel multietnico quartiere romano dell’Esquilino:nasceva Casa Pound.
Benché, come di consueto, anche gli occupanti di Casa Pound si dichiarassero a gran voce distanti dai partiti era sempre Alleanza Nazionale a vigilare sugli affari dell’Area Non Conforme.
“Antagonisti” sotto il segno di Alleanza Nazionale
Nel giro di breve tempo col beneplacito di Alemanno e Piso accanto all’ONC (Occupazione Non Conforme) Casa Pound si strutturarono così le OSA (Occupazioni a Scopo Abitativo). Il risultato politico di queste ultime fu a dir poco misero, l’unico risultato raggiunto fu infatti la sistemazione di alcuni neofascisti in alloggi popolari a dispetto delle graduatorie d’assegnazione, grazie alla mediazione del capo gabinetto di Veltroni Luca Odevaine. In compenso ogni tentativo di sgombero o intralcio agli affari di Adinolfi e Iannone veniva puntualmente neutralizzato grazie all’intercessione di Alleanza Nazionale e dei suoi istituzionali con un Veltroni già impegnato ad accreditarsi in tutti gli ambiti politici romani, compreso quello neo-fascista.
Cautelatisi dal rischio sgombero, affari e poltrone diventarono la vera meta dell’Area Non Conforme; dapprima vi fu così l’esperimento pilota delle regionali del Lazio. Casa Pound in quella occasione riuscì a strappare una candidatura a Storace nella sua lista civica, il risultato fu tuttavia fallimentare: il candidato Germano Buccolini non venne eletto, racimolando meno voti del celebre intrattenitore notturno romano Massimo Marino. Lo smacco fu grande, Alleanza Nazionale che tanto aveva investito, non solo politicamente, sull’intera Area Non Conforme si ritrovò all’improvviso con un pugno di mosche tra le mani. A Iannone e all’Area Non Conforme non restò quindi che rivolgersi alla “destra terminale” tanto bistrattata in passato.
AAA cercasi partito: Fiamma Tricolore
La prima porta che trovarono aperta fu quella del vecchio sodale di Adinolfi in Terza Posizione: Roberto Fiore. Il rifiuto di quest’ultimo a candidare Iannone alle elezioni politiche del 2006 determinò la rottura dell’accordo già sottoscritto e pubblicizzato tra Forza Nuova e Casa Pound.
Giocata la carta Alemanno, giocata la carta Fiore, non restò che la carta Romagnoli: la tessera da prendere era dunque quella della Fiamma Tricolore.
Qui tra Puschiavo, dal Veneto Fronte Skinhead, Boccacci, dal Movimento Politico Occidentale, e Castellino, da Base Autonoma, per Iannone e soci si trattò di un ritorno nel fienile: Casa Pound divenne così la sede della federazione romana della Fiamma.
Ma il “Boccia”, questo il soprannome del leader di Casa Pound, era già ambizioso, e così in breve, sotto l’occhio vigile del mentore Adinolfi, pensò già in grande: la segreteria del partito.
Da corrente ad associazione di promozione sociale: Casa Pound Italia
Tra il 2006 e il 2008 Iannone strutturò una vera e propria corrente interna alla Fiamma con l’obiettivo di scalare quante più posizioni possibili, fondando persino un’organizzazione studentesca parallela a quella ufficiale, il Blocco Studentesco; giunsero quindi le politiche del 2008 e la candidatura per lui finalmente arrivò nelle liste congiunte de La Destra-Fiamma Tricolore per la Santanchè premier.
Il “geografo”, nomignolo di Romagnoli per via della sua professione, resosi conto dei pericoli per la sua leadership passate le politiche non ci pensò due volte decretando l’espulsione su due piedi di Iannone: maggio 2008. Alcune federazioni, i giovani camerati di Blocco Studentesco, e una parte dell’area “movimentista” di Fiamma scelsero quindi di seguire Iannone nella fondazione dell’associazione di promozione sociale Casa Pound Italia. La nuova svolta venne ampiamente motivata da Adinolfi nel documento “Sorpasso Neuronico”:
[…] “Passare alla Tortuga significa però abbandonare definitivamente una fata morgana:
quella della costituzione del partito dei fascisti che vada a fascistizzare la società. Questa strada porta in un vicolo cieco e serve solo a puntellare poltrone cadenti, a favorire quelle figure imbarazzanti che facciamo tutti quando intervistano qualcuno che “ci rappresenta”, ci fa puntualmente vergognare di essergli accanto e ci dà, infine, la misura della nostra, straordinaria, geometrica impotenza”. […] pag.26
[…] “Abbandonando i preconcetti e le preclusioni e intraprendendo le relazioni preferenziali su due basi: quelle della qualità degli uomini e quelle dell’impegno oggettivo. Basta con le etichette e con le colonne dei buoni e dei cattivi! Qui nel Lazio esistono forze militanti di An (oggi PdL) che danno lezioni a molti, a quasi tutti, sia di stile, sia di fedeltà al fascismo in tutte le sue manifestazioni (ivi comprese le inaugurazioni di vie o piazze per Ettore Muti o Alessandro Pavolini); che danno lezioni di milizia, di lealtà, di dedizione, di solidarietà. La lista è lunga; per citarle solo in termini “metapolitici” esse sono il Foro, il Reazionario, 2punto11, Teseo Tesei; e non sono esclusivamente meta politiche.”[…]pag.28
Iannone e Adinolfi scelsero così di configurare la nascente Casa Pound Italia nel panorama politico italiano non più come un soggetto politico a 360° ma di concentrarsi su pochi e mirati interventi come una vera e propria lobby:
[…] “Riguardo alla strategia non faccio che ripetermi. Ritengo che il potere sia stratificato su tre livelli del tutto divaricati e che se ne debba tener conto per: localizzarsi, fare lobby e partecipare alla qualifica delle élites”. […] pag.19
Per ulteriori approfondimenti sul documento “Sorpasso Neuronico” rimandiamo al documento già presente on-line: “Dove va Casa Pound: obiettivi e strategie”.
LO SDOGANAMENTO DI CASA POUND ITALIA
“Con Alemanno possiamo dire che per la prima volta Roma è riuscita davvero a legare la destra radicale con quella istituzionale. Credo davvero che il sindaco sia una sorta di aggregatore sociale della destra”.
Alessandro Cochi
Una comunione d’interessi: l’Area Non Conforme e Alleanza Nazionale
Seppur travagliato il legame tra Casa Montag-Area Non Conforme-Casa Pound e Alleanza Nazionale come abbiamo visto non si spezzò mai.
A dispetto infatti delle dichiarazioni di Iannone e soci contro Fini, per soddisfare la base nostalgica e non dare a intendere le pastette sottobanco, la copertura politica che Alleanza Nazionale garantì negli anni a Casa Pound fu piena e assoluta: tra il 2003 e il 2008 mai una parola fuori posto, nessuna frizione, nessuno scontro.
Da una parte infatti An in quegli anni doveva far digerire la svolta “popolare” e temeva una campagna contro dell’estrema destra in grado di farle perdere la base elettorale missina, dall’altra Casa Pound sapeva bene che l’equilibrio con cui restava a galla, con o senza Fiamma Tricolore, passava dalle grandi intese bipartisan Veltroni-Alemanno e dalla copertura politica di quest’ultimo.
Fu su questa sottile linea di equilibrio, o meglio comunione d’interessi, che si giocò il rapporto tra le due parti in questi sei anni. Il vero salto di qualità arrivò in ogni caso con l’elezione a sindaco di Roma di Gianni Alemanno.
Alemanno sindaco: potere e controllo
Travolto il centro-sinistra alle politiche e Rutelli alle comunali per il neofascismo romano con l’elezione a sindaco dell’ex segretario del Fronte della Gioventù si schiusero infatti le porte del
paradiso. Alemanno dal canto suo non perse tempo, iniziando a gettare immediatamente le fondamenta per un progetto di amministrazione della città di lungo periodo come dimostrato dalle designazioni strategiche, in accordo con i poteri forti romani, in alcuni gangli vitali dell’amministrazione comunale.
Nel grande disegno di potere e controllo della città di Alemanno non poteva quindi mancare un posticino per i fidi camerati di Casa Pound che, docilmente appollaiati già dalla sera del 28 aprile 2008, bava alla bocca, sull’uscio del Campidoglio attendevano un cenno da parte del nuovopadrone. I termini dell’intesa tra le due parti furono in breve tempo chiari. Casa Pound si impegnava a compattare l’estrema destra romana, partitica e non, ponendola con le buone o con le cattive sotto la sua ala, in cambio riceveva da An una copertura politica non più su scala romana ma su scala nazionale e soprattutto “sotto-governo”, in altre parole cospicui finanziamenti e sedi; nessuno a destra si sarebbe così più permesso di insidiare e attaccare l’amministrazione comunale.
Forza Nuova, formalmente all’opposizione di Alemanno, tra processi e mazzette alla cooperativa di attacchinaggio di Avaro durò nemmeno qualche mese, e a rimanere a bocca asciutta rimase il solo Maurizio Boccacci e la sua Militia che per tutta risposta iniziarono a ricattare sottobanco Alemanno con i famosi striscioni sulla tangenziale romana.
Lo sdoganamento: dal Campidoglio a Piazza Navona
Roma, come già accaduto altre volte, si confermava dunque il laboratorio sperimentale dei neofascisti in doppiopetto e non, laddove non arrivava An, di lì a poco confluita nel PdL, arrivava Casa Pound Italia. Bisognava a questo punto accreditarsi col governo Berlusconi per poter capitalizzare ed esportare il modello romano in giro per l’Italia.
L’autunno 2008 vide così Casa Pound Italia salire alla ribalta mediatica con le mobilitazioni studentesche contro la riforma di scuola e università del ministro Gelmini.
Per l’infiltrazione e l’annacquamento dei movimenti studenteschi Iannone in tempi non sospetti aveva già pensato ad un’organizzazione ad hoc: il Blocco Studentesco. Del resto i fascisti storicamente servono proprio a dare manforte ai padroni quando si mette male, fu così che di pala in frasca gli aitanti camerati si scoprirono difensori di scuole e università pubbliche, l’obiettivo era presto detto: far arenare il movimento dell’Onda così come richiesto dal governo.
Mimetizzatisi dietro lo slogan, mutuato dallo stadio, “né rossi né neri ma liberi pensieri” i camerati del Blocco tentarono di infiltrarsi tra le maglie delle mobilitazioni studentesche contro i provvedimenti del ministro Gelmini.
I media non aspettavano ovviamente altro per deviare l’attenzione sul particolare folkloristico di una presunta protesta generazionale che avrebbe unito giovani di destra e di sinistra. Quando l’obiettivo sembrava dunque raggiunto arrivò invece la batosta di piazza Navona, 29 Ottobre, e il gioco finì.
Ma fu proprio nel momento in cui le televisioni rilanciavano le immagini dei “blocchetti” con le mazze tricolori in mano che arrivò il gesto provvidenziale; gli amici del resto si vedono nel momento del bisogno e così a mettere le pezze e a difendere i malconci camerati arrivarono prima gli uomini più stretti di Alemanno nel consiglio comunale romano: Luca Gramazio, Ugo Cassone e Alessandro Cochi; poi il sottosegretario alla Difesa Nitto Palma per conto del governo. Casa Pound Italia aveva finalmente l’ultima copertura che le mancava per sdoganarsi definitivamente: quella del governo Berlusconi. I padroni tanto inseguiti da Adinolfi e Iannone erano finalmente arrivati.
L’accordo Casa Pound Italia – Popolo delle Libertà
Nonostante il mancato raggiungimento dell’obiettivo studentesco da più parti nel PdL si iniziò a ragionare sull’utilità di un soggetto come Casa Pound Italia.
L’opera di omegeneizzazione e “pacificazione” dell’estrema destra a questo punto però andava portata avanti su scala nazionale, Casa Pound Italia nelle intenzioni del PdL sarebbe quindi diventato il contenitore in cui assorbire e attutire tutte le tensioni dell’estrema destra italiana: un soggetto di mediazione e conciliazione politica su un versante e un ariete reazionario nei luoghi del conflitto classico, scuola, università e luoghi di lavoro se possibile, dall’altro.
Se simbolicamente l’investitura del governo arrivò attraverso due dibattiti organizzati a Casa Pound, al primo nell’aprile 2009 partecipò il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi mentre al secondo nel settembre 2009 partecipò il senatore mafioso PdL e braccio destro del premier MarcelloDell’Utri, a garantire il supporto politico-logistico all’operazione ci pensò come semprel’organizzazione territoriale della fu destra sociale di Alleanza Nazionale riconducibile nel PdL all’area “Circoli Nuova Italia” con la relativa fondazione.
Da quel momento in poi infatti ogni azione compiuta dai gruppetti locali di Casa Pound Italia nelle più sperdute città o paesini godette del pieno e sistematico sostegno del PdL attraverso, nella stragrande maggioranza dei casi, esponenti un tempo riconducibili alle correnti sociali di AlleanzaNazionale.
Le azioni dimostrative, le aggressioni, i dibattiti e in definitiva tutti tipi i di iniziative di CPI furono così sempre accompagnate dal pieno e incondizionato sostegno del Popolo delle Libertà. Gli esempi in questo senso sono nell’ordine delle decine. Ogni nucleo di CPI che si venne quindi a costituire aveva già il referente istituzionale del PdL pronto a sostenerlo e introdurlo nell’amministrazione di riferimento per ricevere patrocini e finanziamenti.
Fu attraverso questa scientifica opera di “entrismo” che già con le elezioni amministrative del 2008 e del 2009 CPI iniziò ad eleggere propri rappresentanti istituzionali all’interno delle liste PdL, nei restanti casi si accontentò della fetta di finanziamenti e sedi che comunque arrivava. A tal scopo furono infatti costituite decine di associazioni fantoccio attraverso cui farsi regolarmente assegnare le sedi e partecipare ai bandi di comuni, province e regioni, raccogliendo quindi la fetta di finanziamenti pattuita col PdL.
A garantire il successo di questa operazione di sdoganamento nei territori contribuì indubbiamente la dabbenaggine del Partito Democratico, così democratico da partecipare a dibattiti, incontri, e presentazioni di libri con fascisti arcinoti. Il leit-motiv di CPI era molto semplice: promuovere dibattiti, invitare esponenti di Pd e PdL e stringere relazioni con l’obiettivo quindi di presentarsi a giornali e opinione pubblica come sinceri democratici.
GLI OBIETTIVI DI CASA POUND ITALIA PER IL 2010
Elezioni regionali e amministrative
Tempo di elezioni, tempo di poltrone. Le regionali della primavera 2010 stuzzicano l’appetito dei camerati, messi da parte coltelli e bastoni, tolti i guantini indossano il doppio-petto.
La geometria dell’impegno di CPI per questa tornata elettiva, da quello che si è potuto intuire, sarà molto variabile. Il numero di preferenze che CPI è in grado di spostare è ancora troppo basso per competere con una “macchina” elettorale come quella del PdL, nuovi fiaschi come quello di Buccolini vanno assolutamente evitati, confluire peraltro su un candidato indicato dalla corrente di Alemanno conviene perché, non potendo contare esattamente le preferenze spostate, consente di sovradimensionarsi per le trattative future.
Nel Lazio l’indicazione è stata quindi per Malcotti, padrino del battesimo di Casa Montag, e Palozzi. In altre regioni si sta invece tentando il colpaccio con la candidatura diretta, o addirittura
nel listino bloccato. Sulla strumentalità delle iniziative politiche di CPI torneremo più avanti, salvo segnalare nuovamente lo spiccato realismo con cui sono condotte queste trattative, riassumibili nel brocardo romano: “basta che se magna”.
Fiuto per gli affari e sottrazione di denaro sono del resto state le prerogative dello stesso Adinolfi, la cui nomea di ladro e traditore, per essere scappato negli anni settanta in Francia col “tesoro” di Terza Posizione, ancora oggi lo perseguita negli ambienti neofascisti; ed è proprio Adinolfi quindi a dare il via libera a questo genere di operazioni politiche nel già citato documento “Sorpasso Neuronico”:
[…] E in ogni caso, se proprio non se ne potesse fare a meno d’inseguire questa cantilena, i numeri e le esperienze parlano chiaro: si portano a casa più risultati nelle liste civiche o con candidature indipendenti che non ingessandosi in liste che dovrebbero rappresentarci e che poi, non si sa com’è, tra nullità e farabutti, sono sempre zeppe di personaggi impresentabili e, soprattutto, non hanno niente da dire. […] pag.12 […] Questo significa che è meglio il PdL della destra estrema? Politicamente sì se si tengono in conto le dirigenze, le prospettive e persino i programmi […] pag.29Per le amministrative il ragionamento invece è leggermente diverso. Laddove i nuclei di CPI sono deboli si cerca l’accordo col PdL, magari in liste civiche e nascondendo accuratamente il simbolo di CPI per evitare inutili polemiche; laddove i nuclei sono più forti ci sono due opzioni: se è verosimile che la coalizione vinca accordo col PdL a tutti i costi, se c’è il rischio che il PdL perda si opta per liste uniche di CPI o in compagnia delle altre formazioni di estrema destra.
Elezioni universitarie
La mossa successiva, solo per questioni temporali, riguarda invece le università. Il disegno governativo di destrutturazione e indebolimento della formazione universitaria richiede infatti una normalizzazione del quadro politico degli atenei. Le organizzazioni a ciò deputate del PdL tuttavia laddove sono riuscite a ritagliarsi uno spazio di agibilità stentano in questa delicata opera. A fungere d’ariete si presta dunque ancora una volta CPI col suo Blocco Studentesco. I risultati delle elezioni universitarie a cui fin qui BS ha partecipato sono stati assolutamente fallimentari, Torino e Tor Vergata, cionondimeno è indispensabile per i camerati riuscire a ritagliarsi una vetrina accademica per dare lustro alle manovrine politico-culturali che da qualche tempo portano avanti e assolvere agli impegni presi col PdL.
Gli atenei chiamati alle urne col 2010 per il rinnovo degli organismi di rappresentanza universitaria in cui sono presenti nuclei del BS sono quindi tre: Parma, Roma Tre e Verona.
Se nel primo e nel terzo caso i nuclei di camerati a cui si fa riferimento sono tutto sommato modesti, diverso è il caso dell’ateneo di Roma Tre. Questo ateneo da qualche tempo infatti è il laboratorio della destra di governo e di quella radicale; i quadri politici delle principali organizzazioni studentesche di destra vengono infatti sistematicamente indirizzati su questo ateneo per essere inquadrati nelle formazioni presenti. Il numero di fascisti presenti a Roma Tre risulta quindi sproporzionato con la media degli altri atenei romani e non. La copertura politica, come di consueto, viene garantita dalle componenti sociali, e non, di Azione Universitaria, Foro ‘753 in primis.
In questo quadro molto fertile si viene ad inserire il Blocco che in questo ateneo ha fatto iscrivere non a caso i protagonisti delle aggressioni di Piazza Navona e un buon numero di fascistelli della dei quartieri bene della capitale; l’investimento politico e militante su quest’ateneo nell’ultimo anno e mezzo è stato quindi notevole, soprattutto se comparato con i restanti atenei in cui BS è presente. Le elezioni del prossimo maggio rappresentano quindi un importantissimo tornante per CPI e BS: riuscire a sfondare a Roma Tre significa infatti, da una parte creare il “precedente” a cui potersi appellare in futuro, anche in altre sedi, per avere garantita una legittimità istituzionale dagli organi accademici e dall’altra orientare a destra l’ateneo per renderlo una vetrina politico-culturale per le destre che vi operano, un disegno non a caso già perseguito da qualche tempo dal sindaco Alemanno e dalle relative correnti di riferimento.
COME FUNZIONA CASA POUND ITALIA
L’organizzazione interna
Casa Pound Italia ha una strutturazione molto leggera e snella: il principio gerarchico come in tutte le formazioni neofasciste è assoluto.
Accanto al vertice romano, composto da un numero molto ristretto di elementi, vi è una seconda strutturazione su scala regionale incaricata di coordinare e verificare l’esecuzioni delle direttive del vertice nei singoli territori.
A questo scopo accanto al forum Vivamafarka sono stati attrezzati, sotto mentite spoglie, alcuni forum in “insospettabili” siti internet ove vengono smistate le direttive e i restanti dati sensibili omessi nei post pubblici. Così per esempio per le azioni da svolgere in contemporanea su tutti i territori, qualche giorno prima il vertice nazionale fornisce ai regionali i modelli prestampati del materiale di propaganda e i comunicati in cui vanno inserite le specifiche dei vari responsabili e i nomi delle città, indicando infine la tempistica precisa.
Di tanto in tanto, infine, sempre a Roma si svolgono incontri su tematiche specifiche a cui i regionali sono tenuti ad inviare i quadri o i militanti più indicati per il determinato ambito in discussione, sabato 14 Novembre 2009 ad esempio se ne è svolto uno.
Uso dei media
Funzionale al disegno politico è anche il profilo pseudo culturale di CPI, l’obiettivo in questo senso è richiamare a tutti i costi l’attenzione dei giornali e delle agenzie di stampa. Ben vengano quindi repubblichini, mafiosi e personaggi dell’avanspettacolo, purché Libero, il Secolo d’Italia o il Mattino abbiano come riempire una colonna. Per riuscire in questa operazione occorre però un discreto numero di utili idioti che si prestino al gioco di fare la parte degli esponenti di sinistra e qui subentra di solito il Pd; altro terreno fertile è sempre quello dell’associazionismo attraverso cui si cerca quindi di assumere un profilo sociale.
La parola d’ordine è quindi trasversalità in modo da veicolare in primis negli ambienti borghesi moderati una percezione di Casa Pound plurale e democratica, al resto ci pensano poi i giornali e le agenzie di stampa compiacenti pronte a presentare i soliti fascisti come un fenomeno culturale quasi folkloristico ma assolutamente integrato nel tessuto delle relazioni politiche civili; in questo scenario si inseriscano quindi le marchette a Craxi o Dell’Utri.
I brand CPI
Per riuscire nei suoi intenti CPI tenta in ogni caso di ammantare lo spiccato profilo squadrista attraverso pochi e sconclusionati cavalli di battaglia politici, per i quali ha predisposto materiale informativo e istruito alcuni oratori per le assemblee in giro per l’Italia. Le iniziative forti dunque sono più o meno sempre le stesse.
Pochi se ne ricordano ormai l’esistenza ma in principio CPI cercò di caratterizzarsi attraverso il cosiddetto Mutuo Sociale, la “rivoluzionaria” proposta per risolvere l’annoso problema dell’emergenza abitativa; raggiunto l’accordo col PdL e coi palazzinari della “rivoluzionaria”proposta non c’è più traccia, magari riapparirà in tempi di vacche magre.
Tempo di Essere Madri è invece la proposta con cui Iannone cerca di sistemare sua moglie Maria Bambina Crognale. Nonostante l’intercessione del padre di Iannone, dirigente alla RAI, il posto a Televideo che le era stato trovato non è più stato confermato motivo per cui il Boccia, che pensa sempre in grande, ha elaborato una proposta su misura per dare un lavoro e uno stipendio a sua moglie.
Altro tema caldo sono le Foibe su cui l’investimento militante di CPI negli ultimi mesi è stato davvero ingente, il vento revisionista che spira del resto li fa ben sperare.
In ambito internazionale infine gli ultimi due brand da citare sono il Tibet, il cui associazionismo di riferimento è una vera propria risorsa economica e i Karen, un popolo birmano in guerra contro il proprio governo per cui CPI si adopera attraverso la Onlus “Comunità Solidarista Popoli” del mercenario veronese Franco Nerozzi.
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Questo documento è dedicato alla memoria del compagno Valerio Verbano