Pensavamo che la sinistra fosse all’anno zero, che il ciclo della rifondazione comunista si fosse definitivamente chiuso. Il ciclo della Rifondazione nata in opposizione alla guerra e alle politiche neoliberiste, di cui siamo stati parte determinante nella stagione del G8 di Genova , dei social forum e della battaglia referendaria sull’articolo 18. Pensavamo che quello stesso partito fosse oggi ridotto a un cumulo di macerie, dopo il suicidio politico della sinistra dentro il pessimo esecutivo Prodi e le conseguenti batoste elettorali. Abbiamo peccato di ottimismo.
Siamo rimasti allibiti dalle recenti acrobazie elettorali del Prc e di Sinistra Popolare (ex-pdci) in vista delle amministrative a Mantova: dopo tre mandati Rifondazione entra in giunta. In 15 anni il Prc ha giustamente condotto una battaglia di difesa dell’ambiente, della salute, dei beni comuni e della democrazia contro gli affari dei poteri forti espressi dai socialiberisti di Mantova, prima Ds poi Pd. In una settimana il Prc è invece riuscito a trovare un accordo organico, elettorale e di programma con il pd, asfaltando con una riunione quanto sostenuto dalla sua nascita fino a dieci giorni fa.
Situazione rovesciata per Monica Perugini(ex pdci oggi sinistra popolare) che dopo essere riuscita a dare pieno appoggio alla politica non solo di Fiorenza Brioni, ma anche a quella di due mandati di Burchiellaro, di colpo si improvvìsa come opposizione al Pd dopo averci governato insieme fino a un anno fa ed essere stata cacciata dalla giunta non per dissidi politici ma per le note vicende giudiziarie. Se fosse stata interessata da subito a costruire un progetto radicalmente alternativo e autonomo dal Pd, avrebbe potuto rispondere all’appello lanciato da noi già due mesi fa alle forze della sinistra mantovana per collaborare alla costruzione di una sinistra anticapitalista per Mantova. Dato che ha disertato completamente tutti i tavoli di discussione tra le forze di sinistra da novembre a gennaio, sembrava abbastanza scontata la sua volontà di amministrare per un’altra volta Mantova assieme al Pd: forse però deve essersi guastato qualche accordo tecnico-politicista all’interno della giunta dopo l’ingresso di Rifondazione, oppure deve aver pensato che le avrebbe reso di più una lista che cercasse di raccogliere un po’ dell’eredità di rifondazione per presentarsi autonomamente e magari barattare delle briciole al secondo turno.
Siamo davanti ad operazioni di piccolo cabotaggio che mortificano ulteriormente la percezione della sinistra politica: sia in Rifondazione che negli ex comunisti italiani ha trionfato l’istinto di autoconservazione capace di far cambiare radicalmente l’orientamento politico a seconda delle stagioni e delle convenienze elettorali.
Di fronte a tutto questo constatiamo con rammarico che una credibile sinistra di opposizione non si possa costruire con simili esponenti, che assomigliano più a dei mercanti di ideologie che a dei rappresentanti di organizzazioni politiche che provengono dal progetto della Rifondazione lanciato dopo la svolta della Bolognina. Riteniamo davvero chiusa qualsiasi possibilità di riuscire a tendere alleanze politiche con queste forze, pena lo sprofondare con loro. Per ricostruire una sinistra degna del suo nome è fondamentale ripartire dalle forme di conflitto sociale che lavoratori, migranti e studenti esprimono e dai nuovi cicli di lotta che si sono di recente innestati.
Sinistra Critica Mantova
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