In questi anni, in quanto area politica siamo stati abituati ad essere attaccati per i motivi più vari. Solo pochi anni fa, mentre insieme ai comitati ambientalisti avevamo interrotto il consiglio comunale che votava la costruzione della centrale turbogas, eravamo stati descritti come “fascisti”. Recentemente, al termine di una regolare manifestazione studentesca, da parte di media che non erano nemmeno presenti, si è provato a rappresentare la posa di una ventina di adesivi fatta alla luce del sole come un “assalto” ad una sede politica con tanto di improbabili “lanci di bottiglie”.
La presenza delle forze dell’ordine,le smentite ufficiali e le varie foto hanno fatto si che anche in quell’occasione non ci fossero state ambiguità di sorta.
Questa volta l’attacco è ben più subdolo: sono comparse delle scritte sui muri a carattere politico, perlopiù contro la crisi, questo è il fatto; in base anche alla comparsa di stencil che recitano “la boje”, si cerca di trovarne il capro espiatorio, puntando il dito contro tutta una comunità sociale e politica composta da donne e uomini di varie età e idee che operano sul territorio. Se la si vuole mettere così tanto sul ridicolo, non resta dunque che identificare anche il “partito dell’amore” con tutti quei giovani innamorati che scrivono “X ti amo” con tanto di cuoricini in giro per la città… . Seguendo il ragionamento capzioso che ci vuole additare, bisognerebbe chiedere conto alla Lega Nord dell’esagerato aumento di adesivi in zona Gambarara che imbrattano la segnaletica stradale, ma non ci abbassiamo a questo livello.
E’ triste sopratutto vedere come con questa mossa si vuole creare un caso utile a sviare l’attenzione da alcune vicende ben più onerose e deprimenti.
Vogliamo parlare del fallimento del progetto per i giovani denominato “Ludas” in cui la provincia(ma non solo) ha sperperato fondi e che è morto in meno di due anni?
Non arriva proprio dalla provincia lo scempio speculativo di piazzale Mondadori, che ha spezzettato una valida autostazione in ingombranti stazioni passanti per svendere a privati il terreno, e che ora si trova un buco in mezzo alla città da cui affiorano reperti archeologici? Se fossimo così solerti nel puntare il dito contro tutta una comunità, ci sarebbero da attaccare tutte le donne e gli uomini che fanno parte dei partiti che hanno fatto quelle scelte, ma non lo facciamo, non rientra proprio nel nostro stile: quel modo di fare politica è proprio di politici del secolo scorso, di quelli che, rimasti senza idee(e ideologìe), gonfiano voti sulla paura e su paranoie securitarie.
Un’ultima considerazione sulle accuse riguardo all’epiteto “neofascisti” riservatoci dal presidente Fontanili: al “la boje” abbiamo diverse vedute politiche ma l’antifascismo è un valore comune sul quale non accettiamo provocazioni: a partire dal fatto che periodicamente partecipa alle nostre attività un ex-partigiano ma soprattutto perché per noi l’antifascismo è una pratica quotidiana che non si esaurisce nelle celebrazioni ufficiali dove, di solito, la politica partecipa alquanto annoiata.
Abbiamo iniziato il nostro percorso a Mantova vedendola come una città problematica dove il disastro ambientale e le colate di cemento fanno da scenografìa a nuove emarginazioni sociali e rischi di ghettizzazione di interi quartieri; tutto sommato una città tranquilla, talvolta noiosa a detta di molti. Oggi quei problemi sono sempre più stringenti e ineludibili ma, visto anche il cambio storico in Via Roma con l’apporto dei professionisti della paura, vengono lanciati allarmi continui per dirottare l’attenzione e, perché no, l’odio sociale, su altro: solo nell’ultimo mese ci è stato spiegato che Mantova è sotto attacco di prostitute, accattoni, indisciplinati parrucchieri cinesi e solo da ultimi, writers che minacciano il quieto vivere della città e per i quali servono subito ordinanze e strette repressive.
Delle lobby dell’edilizia, dei tumori, degli effetti nefasti della crisi e dei quartieri-dormitorio non se ne parla, non se ne deve parlare.
Gli attivisti e le attiviste dello spazio sociale la boje sono persone che da anni fanno politica alla luce del sole, per questo rifiutiamo teoremi che puntano a screditare un lavoro collettivo. Proprio in questi giorni siamo impegnati nelle fasi di trasloco dalla vecchia sede; difficilmente tra una riunione e uno scatolone qualcuno ha voglia di andare a taggare i muri del centro. Traslochiamo anche perchè, nel disastro che si percepisce nella sinistra mantovana, siamo invece cresciuti numericamente, umanamente e politicamente; proprio per questo le accuse del presidente Fontanili ci infastidiscono e rattristano.
Spazio Sociale la boje