Chaimaa Fatihi è attiva su temi che riguardano integrazione e discriminazione. Il primo Maggio scorso ha deciso, dopo molti post sul suo blog personale, di realizzare un filmato su you tube dove segnalava la presenza di alcuni gruppi a sfondo razzista e palesemente offensivi sul social network Facebook. Il video è stato visto da molte persone che hanno segnalato così il gruppo ai moderatori di FB. Il gruppo è stato chiuso. Chaimaa, dunque, realizza un secondo filmato dove ringrazia per l’impegno e invita a tenere alta la guardia. Da qui si è scatenato l’inferno: insulti, minacce, commenti volgari e chi più ne ha più ne metta
La sera del primo maggio girovagando per il social network Facebook, ho trovato un gruppo dal nome “No all’Islam in Italia” il quale contava quasi 10000 iscritti.
Io vedendo questo gruppo non ho esitato ad iscrivermi per vedere la loro posizione, seppur l’avevo già capita da tutti i commenti postati.
Mi presento e chiedo il perché di tale posizione. Secondo voi, mi hanno risposto con educazione e voglia di dialogare? Vi risparmio la risposta: no, non è stato così. Mi sono stati rivolte offese, insulti e quando si sono stancati delle mie risposte, hanno cancellato i commenti e mi hanno bloccata. Irritata da questo comportamento poco civile, ho pensato di realizzare un video nel quale segnalo questo gruppo discriminatorio che incita alla violenza e all’odio. Dopo poche ore, il contatore delle visualizzazioni aumentava parecchio e la notizia passava tra gli iscritti del gruppo. Il giorno seguente, controllo se è ancora presente il gruppo segnalato e con grande sorpresa e – devo dire – felicità, non l’ho più trovato. Era stato chiuso. Preciso una cosa: noi utenti ciò che possiamo fare è soltanto segnalare agli amministratori di Facebook i gruppi, ma sono loro gli artefici della loro chiusura. Dicevo, sapendo che era stato chiuso non ho aspettato un minuto per realizzare un secondo video nel quale ringrazio per la collaborazione e segnalo altri gruppi affini a quello chiuso. Erano quelli regionali, poiché quello che possedeva quasi 10000 iscritti era quello nazionale. La notizia, anche questa volta, non ha aspettato niente e nessuno e così tutti hanno cominciato a commentarmi il video e rivolgermi offese ed insulti, talvolta molto pesanti. Il 6 maggio, una ragazza mi ha fatto notare che online su Il Giornale c’era un articolo che parlava di tutto quello che stava accadendo. Incredula di questo, leggo e rimango delusa dei fatti narrati. Erano falsi e il giornalista, Domenico Ferrara, mi ha disegnata in un modo molto brutto. Una ragazza, Marta Marcello, la quale è molto conosciuta nel web tanto da essere definita una web celebrity, ha seguito questa vicenda dall’inizio e così, anche lei, irritata da questo articolo ha deciso di fare un video. Il video s’intitola “BarbieXanax: Io supporto Velina1993”. I suoi ammiratori l’hanno commentata positivamente, ma dopo qualche ora è giunta pure a lei una anomala onda di odio da parte degli stessi commentatori del mio video. Anche a lei le sono state rivolte offese, insulti e commenti che incitavano all’odio. Tutto ciò, insieme alla solidarietà da parte degli amici dell’osservatorio, della Civetta e altri amici virtuali, mi ha dato una grande forza. Ho sentito un gran bisogno di continuare questa lotta – senza fine? Non saprei. I gruppi chiusi e citati nel secondo video, sono 5 fin’ora.
Ieri 10 maggio, ho deciso di fare un terzo video nel quale parlo di un gruppo dal nome “Creiamo un nuovo gioco olimpico: il lancio dei bambini!”. Dopo aver fatto questo video, ho inserito una lista di 45 gruppi discriminatori, presa dal gruppo “Difendiamo l’articolo 3 della Costituzione italiana”. Ne sono stati chiusi molti, ma la lotta continua.
Tra i tantissimi commenti mi è stato detto che io infrango un articolo della costituzione, l’art. 21, che dice che c’è la libertà di parola e pensiero. Io sono dell’idea che la libertà di parola e pensiero debbano assolutamente essere rispettati, ma bisogna anche considerare gli altri articoli che condannano la discriminazione di qualsiasi genere.
Io sono libera di pensare e dire o scrivere ciò che voglio, ma non sono libera di eccedere e ledere le persone e le anime altrui.
Per i video che vi ho citato, potete trovarli su Youtube, nel canale “Velina1993”. Il video di Marta, è un video di risposta al mio secondo video.
Vi consiglio anche di leggere la presentazione del mio canale, nel quale spiego il perché di questo nickname “Velina1993”.
Infatti, coloro che sono stati superficiali e non hanno avuto la minima voglia di leggere ciò che ho scritto, mi hanno commentato i video scrivendomi che io dovrei sognarmi di diventare una velina. Questo commento, mi ha fatto ridere parecchio. Ed è questo una delle poche cose che mi piace dei commenti. Bisogna vedere sempre tutto anche dalla parte positivi no?
Vi ringrazio, nuovamente, per lo spazio che mi avete concesso e per la solidarietà che avete avuto nei miei confronti.
credits @ lacivetta.info