Oggi, venerdì 8 ottobre, un migliaio di studenti e studentesse di Mantova e provincia hanno invaso le strade del capoluogo per protestare contro la riforma Gelmini e la crisi del trasporto pubblico di Apam.
Alla manifestazione organizzata dal collettivo studentesco ‘Aca toro hanno aderito come gruppi organizzati il collettivo studentesco ‘The Fog’ di Suzzara e il coordinamento docenti precari di Mantova; diverse sono state le delegazioni di studentesse e studenti provenienti dagli istituti della provincia.
Alle 8.30 presso la ‘stazione passante’ di Viale Risorgimento, luogo di ritrovo della manifestazione, una folla di studenti stava già occupando l’area. Il corteo si è poi formato dietro il furgone e lo striscione d’apertura che recitava ‘scuola privatizzata /ogni scuola una barricata’ e ha iniziato a sfilare nella città.
I primi interventi studenteschi dal camion hanno sottolineato la situazione di estrema gravità in cui versano le scuole mantovane: due anni fa l’onda anomala denunciava i pericoli della riforma Gelmini , oggi gli studenti(di ogni grado), i/le docenti(specialmente i precari) e le famiglie ne toccano con mano gli effetti nefasti. Rabbia e determinazione sono gli aggettivi che descrivono al meglio questa manifestazione: una nuova generazione manifesta perché vuole un futuro e vuole fermare chi intende rubarglielo.
In vent’anni di ‘riforme’ dell’istruzione tutti i partiti che hanno governato, hanno lavorato per impoverire e dequalificare l’istruzione: il ministro Gelmini con i suoi piani criminali si è trovata una strada spianata per anni.
Apam ha seguito lo stesso percorso: prima è stata trasformata in una società per azioni con un Consiglio di amministrazione e con i comuni come maggiori azionisti. La ricerca del profitto negli ultimi anni ha portato a: tagli di corse, specialmente in provincia, perché ‘poco redditizie’, contratti dei lavoratori dei trasporti resi indegni fino al recente ‘scandalo dei subappalti’ e un continuo aumento delle tariffe e degli abbonamenti sulla pelle degli studenti. Un attacco forte che chiama in casa tutti i maggiori partiti che governano un comune, una provincia o che siedono nel CDA e che per anni sono stati sordi alle proteste che si levavano: con la riforma Gelmini che scompagina gli orari degli istituti, il castello di carte è crollato. Oggi Apam annuncia l’inserimento di corse-pezza per tamponare la situazione: inutili, viste le enormi falle nel sistema.
Dal corteo si chiedono a gran voce la ripubblicizzazione di Apam, più fondi per il trasporto pubblico da parte della provincia e che non li sprechi per inutili ‘autostrade’ e che il comune di Mantova si occupi di sciogliere Mantova Parking e ridare la gestione dei parcheggi(e delle relative entrate) ad Apam. In poche parole: un trasporto pubblico di qualità, accessibile a tutti/e e dignitoso per i lavoratori.
Passato Piazzale Gramsci viene acceso un fumogeno e viene lanciato un intervento di solidarietà agli studenti di Milano: pochi giorni fa alcuni neofascisti hanno tentato la provocazione davanti al Manzoni di Milano, una delle scuole più combattive, ricevendo una energica risposta da medi e universitari in mobilitazione. Questo fanno i fascisti anche in questo millennio: stanno col potere e vorrebbero stroncare le lotte. Finito l’intervento al microfono il corteo intona un deciso ‘siamo tutti antifascisti’ che risuona su tutta via Dugoni. Ce n’è anche per La Russa e il progetto ‘Allenati per la vita’: il ministro pidiellino vorrebbe che le poche risorse della scuola finanziassero progetti militari per gli studenti. Mini-addestramento militare, parate e fedeltà alla patria: praticamente dei Balilla del III millennio.
La città è solidale con la manifestazione: sono tante le signore che si affacciano dalle finestre applaudendo il passaggio del corteo e le persone in bici che affiancano la manifestazione incitando i giovani a proseguire la lotta. Tra gli slogan si segnala un originale e sentito ‘Questa è la nostra democrazia: Marchionne in miniera, Gelmini in fonderìa’; uno slogan per attaccare il ministro della distruzione pubblica e il dirigente di Fiat che sta facendo guerra agli operai e ai loro diritti.
Giunti in Via Giulio Romano i manifestanti interagiscono con due istituti contrapposti: davanti all’Isabella D’Este, una scuola pubblica teatro di autogestioni durante l’onda anomala, si grida ‘fuori fuori’ incitando chi è rimasto dentro ad unirsi alla manifestazione. Quando il corteo arriva sotto le finestre del Redentore, il liceo privato(e cattolico) lì a fianco, scatta il putiferio: una valanga di insulti su cui troneggia un ‘Redentore vaff…’. Prende la parola una docente precaria del Coordinamento Scuola Mantova e spiega come i finanziamenti pubblici per l’istruzione vengono dirottati verso le scuole private e tolti a quelle pubbliche: ‘la Regione Lombardia destina l’80% dei fondi per il diritto allo studio agli studenti che frequentano le scuole private (il 9%). Nell’anno scolastico 2009-2010, attraverso la “Dote scuola”, sono stati erogati ben 50 milioni di euro per gli istituti privati, a scapito della restante parte degli studenti che frequenta la scuola pubblica.’
Questi fondi devono essere ridistribuiti agli istituiti pubblici, nei quali oggi è diventato un privilegio avere i gessetti in classe e la carta per stampare, e per il trasporto pubblico, in particolare per quello scolastico.
Finito l’intervento riparte l’assedio sonoro alla scuola dei ricchi mentre un professore dell’istituto getta un pezzo di schiacciatina ai manifestanti; un gesto emblematico dei fondi che vengono lasciati all’istruzione pubblica: briciole.
‘ la riforma fatela davvero: libri di testo a costo zero’
Il corteo si avvicina al centro e si ferma in Piazza Martiri di Belfiore dove viene scandito uno degli interventi più duri: viene ricordato come con questa crisi ‘i grandi speculatori, affaristi, banchieri e padroni vogliono fare profitti sulle nostre vite colpendo i diritti dei lavoratori, l’istruzione degli studenti etc., arrivando persino a privatizzare l’acqua. Solo una mobilitazione che riunisca tutte le lotte operaie, studentesche, migranti, di genere e per i beni comuni e la salvaguardia dei territori può invertire la rotta e vincere!’
Un corto che parte dalla testa e arriva alla coda del corteo intona ‘noi la crisi non la paghiamo!’
La manifestazione non è ancora finita quando arriva sotto le finestre del comune di Mantova in Via Roma. La nuova amministrazione Sodano (Pdl + Lega Nord) in pochi mesi si è già contraddistinta in vari campi: si è già parlato dell’amministrazione che colpisce i ‘pericolosi’ accattoni e intanto aiuta i ‘deboli’ costruttori: il partito del cemento che governa in Via Roma ha autorizzato altre 5 lottizzazioni come se Mantova avesse bisogno di altri metri cubi di cemento. Sul fronte dell’istruzione poche settimane fa l’amministrazione comunale ha lanciato la proposta di legare l’inserimento dei bambini negli asili-nido al contratto dei genitori, una misura classista in tempi di crisi e di disoccupazione. Sono più recenti le notizie che il comune di Mantova ha stanziato 30mila euro per le scuole private e che quest’anno darà solo 160mila euro per l’edilizia scolastica anche perché quest’anno spenderà 100mila euro per le luminarie natalizie. Forse a Natale gli studenti saranno ‘più buoni’ ma al momento sono molto arrabbiati: arrivati in Via Roma formano un cordone davanti all’ingresso del comune e improvvisano un gigantesco sit-in. Sono irremovibili: ‘fino a quando non ci daranno risposte non ce ne andremo’. I manifestanti urlano ‘vergogna’ all’indirizzo del sindaco e di tutta la giunta. Viene fatta salire una delegazione di studenti: il corteo riparte senza prima avere depositato vecchi libri ( ormai inutili grazie alle manovre speculative delle case editrici…) davanti al comune, magari imparano qualcosa.
Il corteo finisce in Piazza Erbe dove inizia una lunga assemblea a microfono aperto: gli studenti sperimentano forme di partecipazione e ad ogni intervento si sente la voglia di continuare perché oggi è stato solo l’inizio. Tornano gli studenti che hanno avuto l’incontro con il sindaco che raccontano da un lato la delusione e dall’altra la determinazione nel proseguire una battaglia giusta: Su Apam il sindaco ha dichiarato bellamente di ‘non potere fare nulla’. Sui fondi tra scuole e luminarie natalizie ha dichiarato che le luminarie sono ‘necessarie’ per un Natale migliore e per ‘favorire l’occupazione(dei negozi del centro,forse…)’. Per lui le scuole private sono una ‘occasione di concorrenza’: sleale, aggiungiamo noi, se vengono pagate coi soldi pubblici. Di fronte alle richieste del collettivo riguardo all’ edilizia il sindaco ha promesso di stanziare 16 milioni di euro in 5 anni: una promessa che è frutto dell’ insistenza con cui i collettivi hanno insistito negli ultimi due anni su questo tema che speriamo si intrecci con il problema degli spazi assembleari. In ogni caso questa è la nuova amministrazione di Mantova, parente diretta del ministro Gelmini: questi sono quelli che manovrano i ‘giovani del centrodestra de La Svolta’ che dicono di stare dalla parte degli studenti avallando sprechi e tagli ministeriali.
Tempo di proteste in cui si avanzano anche delle proposte: questi studenti e queste studentesse non vogliono pagare la crisi e vogliono bloccare la riforma Gelmini. Chiedono una scuola pubblica dove poter ricevere una istruzione con la I maiuscola, dove arrivano i soldi della tasse e questi non vengono dirottati verso scuole cattoliche, dove si interviene se ci sono delle crepe nei muri invece di pensare alle luminarie natalizie: una scuola per crescere.
Oggi è stata anche una straordinaria giornata di mobilitazione di scuole e università in tutta Italia. Gli studenti hanno invaso le piazze di oltre 80 città italiane e lanciato un messaggio chiaro al Governo, a Confindustria e alla Gelmini: “Questo è solo l’inizio, bloccheremo il paese! Ci riprenderemo il nostro futuro!”