Sabato 20 novembre circa 300 migranti e antirazzisti/e hanno sfilato per le vie di Mantova, la città cartolina delle luminarie e delle vetrine, in solidarietà alla lotta di Brescia e per reclamare diritti e dignità.
L’onda della gru ha portato in piazza i migranti del coordinamento migranti basso mantovano e quelli/e del comitato 1 marzo di Mantova, organizzatori della manifestazione. Per le strade risuonavano colpi di tamburo e fischietti e tanti slogan come ‘siamo tutti sulla gru’ e ‘basta truffa, basta pagare’ in relazione alla doppia truffa, dello Stato e degli imprenditori, con la sanatoria per colf e badanti del settembre 2009 perpetrata per estorcere migliaia di euro ai migranti che hanno presentato domanda. E nel momento in cui sono state presentate centinaia di migliaia di domande si sono cambiate le regole del gioco per riprodurre clandestinità e precarietà. La cosiddetta circolare Manganelli con l’introduzione del “reato di clandestinità” come motivo ostativo all’ottenimento del permesso di soggiorno ha precluso la possibilità a decine di migliaia di migranti, perlopiù giovani, di regolarizzarsi. Sono in gran parte i migranti della crisi, della mobilità lavorativa e territoriale.
Ma nella lotta c’è anche tanta allegria: oltre agli slogan più radicali più volte i migranti hanno intonato ‘siamo tutti nipoti di Mubarak’ a ricordare le pietose vicende che hanno interessato il capo del governo italiano e il mondo migrante… .
Gli interventi dei migranti dal furgone descrivono il mondo migrante che subisce razzismo istituzionale e precarietà: se il primo pensiero è generalizzare l’esperienza di Brescia ci sono anche parole dure contro i lager di stato (Cpt ora Cie) e tutti i fratelli rinchiusi e/o deportati.
In solidarietà alla manifestazione interviene anche uno studente di ‘aca toro’ che sottolinea solo come tramite l’unità di studenti e lavoratori, italiani e migranti si possano spazzare via razzismo e sfruttamento.
La domanda politica è molto forte ma la risposta non c’è mai stata: istituzionalmente diversi governi hanno dato solo repressione e aumentato la ricattabilità (Turco-Napolitano, Bossi-Fini, Amato-Ferrero etc.). Basta dare un occhio alla ‘piazza’ per farsi un’idea dell’incapacità di dare risposte: a livello politico hanno partecipato solo poche sigle, tra queste Sinistra Critica e alcuni rappresentanti istituzionali della sinistra in provincia mentre, oltre a tanti semplici cittadini stufi di vedere l’Italietta che affonda, c’erano tanti attivisti dell’associazionismo e della società civile (Arci, Libertà e giustizia etc.).
Il corteo finisce davanti alla questura dove i migranti al megafono raccontano le proprie storie di quotidiano sfruttamento. A Mantova potrebbe essersi aperto uno spiraglio per costruire nuovi rapporti sociali e politici, per continuare a costruire un cambiamento urgente e necessario: per loro, per noi, per tutti/e.