da ATENEINRIVOLTA.ORG
Attacchi ai diritti di chi lavora, distruzione del welfare, accordi e concertazioni, devastazioni ambientali, tagli e controriforme…STOP PRECARIETA’!
Se oggi sembra socialmente sempre più evanescente qualsiasi prospettiva per il futuro, una certezza ve la possiamo già dare: la nostra generazione sarà quella ricordata per aver subito in pieno il processo di precarizzazione di massa.
Un processo che passa sicuramente dall’introduzione dei contratti a tempo determinato nel mondo del lavoro, ma che è evidente, come dimostrano le lotte dei lavoratori portate avanti negli ultimi anni, si sta allargando anche a coloro che hanno un contratto indeterminato, che vedono il loro diritto al lavoro minacciato dalle politiche supportate dalle aziende e dal Governo e spacciate per risolutrici della situazione di crisi.
I referendum Fiat sono gli esempi evidenti di questo processo di precarizzazione di massa: avere un contratto fisso non salva dalla precarietà, l’uso indiscriminato della cassa integrazione non rende forse sempre più simile un lavoratore fiat a un co.co.pro?
Come sempre, i primi soggetti su cui aumentare lo sfruttamento sono i giovani, che siano studenti o no. L’università ha smesso di essere strumento per una reale mobilità sociale, gli studenti rimangono una minoranza dei giovani di questo paese e dentro come fuori dal processo formativo la precarietà è la costante delle nostre vite.
La retorica della “formazione continua” ha trasformato il percorso formativo in vero e proprio addestramento alla precarietà: tempi di vita e studio sempre più serrati, assenza totale di qualsiasi sostegno economico diretto o indiretto oltre al lavoro gratuito che tutti e tutte noi siamo costrette a offrire per “imparare un mestiere” tramite stage e tirocini, sono gli strumenti attraverso cui da decine di anni si stanno addestrando allo sfruttamento intere generazioni.
Per comprendere i processi profondi che stanno stravolgendo le nostre vite è necessario guardare la precarietà in un’ottica più complessiva.
Sono precarie le condizioni dei territori in cui viviamo: la minaccia del ritorno in Italia dell’energia nucleare alla scadenza della moratoria disegnata per togliere la possibilità ai cittadini di votare al referendum, la continua cementificazione e speculazione edilizia nel nostro paese, l’indifferenza continua dimostrata dal Governo alle problematiche dello smaltimento dei rifiuti in Campania e alle prospettive di ricostruzione in Abruzzo, emergenze strumentalizzate per propaganda e sperimentazione di meccanismi autoritari di controllo delle popolazioni.
Sono precarie anche le possibilità di disporre dei beni comuni: dalle questioni di accesso gratuito all’acqua come bene fondamentale per la vita, messe in discussione dal processo di privatizzazione in atto, ai continui tagli, che vediamo ormai costantemente aumentare da anni senza cenno alcuno di passi indietro, all’istruzione, alla cultura e al sapere.
Un’ulteriore prova questa di una fondamentale interconnessione di tutte le contraddizioni che emergono dentro la crisi del capitalismo e della necessità di un’unità di tutte le lotte contro questa precarizzazione generale delle nostre vite portata avanti in tutti i campi sempre dagli stessi interessi di pochi.
Per questo riteniamo fondamentale una partecipazione alla manifestazione Mayday del 1 maggio a Milano, percorso che quest’anno a partire dai momenti della sua costruzione ha deciso di darsi un profilo più politico di come era stato in precedenza e che mette in luce proprio questa diffusione di uno stato precario più generale e diffuso, e che va combattuto unitariamente.
Partecipiamo e invitiamo quindi a partecipare all’appuntamento milanese della Mayday, consapevoli del fatto che è necessario contrastare a gran voce i piani di chi vorrebbe renderci più ricattabili e più docili per continuare ad aumentare i propri profitti!