Le privatizzazioni dei beni comuni, acqua in primis, così come la riforma dell’università e i ricatti di Marchionne, ci dicono a chi vogliono far pagare questa crisi. Privatizzazioni, precarietà, tagli allo stato sociale, degrado dell’ambiente non sono che diversi aspetti di quelle politiche neoliberiste che hanno imperversato negli anni che hanno preceduto la crisi e che vengono ora riproposte con più virulenza. Esse hanno un solo obiettivo: il primato del profitto, di fronte al quale tutto deve essere sacrificato. Allo stesso tempo lo straordinario risultato raggiunto con 1.400.000 firme a sostegno dei referendum per fermare la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici, dimostra che possiamo fermare chi vuole fare profitto sui nostri diritti.
Il 12 e il 13 giugno saremo chiamati a dare un voto su quattro quesiti referendari: due sull’acqua bene comune, uno sul nucleare ed uno sul legittimo impedimento. Le realtà che compongono lo spazio sociale “la Boje” lanciano un appello a partecipare al referendum e a votare 4 SI.
Con questi voti possiamo fare la storia di questo paese perché ogni singolo voto sarà determinante. Da anni nelle tornate referendarie il quorum non viene raggiunto ma questa volta è diverso: la passione che anima tanti e tante dal basso e i sondaggi elettorali fanno paura a chi comanda in Italia e a chi vuole fare affari speculando sulle nostre vite; sono gli stessi che hanno imposto il silenzio mediatico e tentato in tutti i modi di bloccare lo svolgimento del referendum.
Il voto referendario può davvero cambiare l’Italia, in meglio: in primis una vittoria dei quesiti su acqua e nucleare riaprirà la possibilità di discutere un nuovo modello di sviluppo economico capace di costruire processi partecipativi nella gestione dei beni comuni e di promuovere alternative energetiche rispettose della nostra salute. In secondo luogo potrà dare una speranza a tutte e tutti quei soggetti che la politica ha deluso: i cittadini e le cittadine potranno decidere del loro futuro. Decideranno loro sulla possiblità o meno di giudicare un eletto, sulla necessità del nucleare in Italia e sulla privatizzazione dell’acqua; tutto questo ben lontani dalle alchimie politiche: negli ultimi vent’anni la politica ha fatto ben poco per limitare il delirio di un uomo solo al comando, ha balbettato cose equivoche sul ritorno al nucleare e sull’acqua si sono fatte improvvide concessioni al mercato che, ancora oggi a pochi giorni del referendum, lacerano le forze di opposizione.
Andiamo a votare e convinciamo anche i più scettici, i delusi dalla politica e soprattutto tutte e tutti quelli a cui è stato negato di sapere. Si dice che la storia la scrivono i vincitori, noi infatti vogliamo vincere questa battaglia.