@Spazio Sociale La Boje! , Strada Chiesanuova 10
dalle 17.00 Assemblea Anticapitalista di student* e precar* verso lo sciopero generale del 14 novembre
dalle 22.00 Castagnata Beat con dj Max Stirner (punk, indie, garage, rock’n’roll) Castagne Socialità e Vin Brulè
La CGIL si è finalmente decisa a fissare uno sciopero generale il 14 novembre, solo di 4 ore naturalmente, in modo da non turbare eccessivamente il “governo dei tecnici” nelle manovre di revisione della spesa pubblica.
Quelle “spending review” dove finanziano l’acquisto dei 131 aeri da guerra F-35 (100 milioni di euro l’uno) e opere come il TAV, mentre tagliano le tasse per le imprese, precarizzano il lavoro e tagliano scuole, sanità e trasporti.
Questa data, partendo dalla morbida piattaforma della CES (confederazione europea sindacale di cui fanno parte CGIL, CISL e UIL), sta diffondendosi in vari paesi europei con mobilitazioni autorganizzate in Spagna, Portogallo e Grecia.
Se c’è l’Europa della BCE, dei piani di austerità e dei governi tecnici imposti, c’è anche un’Europa che sta scendendo da mesi nelle strade, , rifiuta di pagare il debito, occupa piazze, edifici e circonda i parlamenti.
Questa Europa si è trovata a Madrid nei giorni scorsi, dopo il contro-vertice di maggio a Francoforte, per costruire legami e reti tra i movimenti nati negli ultimi anni contro i piani di taglio della spesa pubblica e privatizzazione della ricchezza sociale.
La crisi del sistema la stanno chiaramente pagando le classi popolari, ovvero quelle fasce della società che, in mancanza di una solidarietà diffusa e di un solido sistema di welfare, si trovano sole e non riescono a reagire alle difficoltà quotidiane. Lontane anni luce dalle primarie e dagli equilibri sindacali. Il lavoro è totalmente precarizzato e alienante, asservito agli umori dei capitali stranieri e delle tendenze finanziarie, la formazione è dequalificata e impoverita da 20 anni di tagli, i beni comuni e i diritti fondamentali come la casa sono privatizzati e le speculazioni vengono difese dai manganelli della polizia. C’è bisogno di rivolta!
Non siamo interessati alle sigle, alla moderazione, alla responsabilità nazionale per “uscire dalla crisi”, rimaniamo choosy e pensiamo che il 14 ottobre sia un’importante occasione per costruire dal basso una resistenza alle ingiustizie.
Questa data, partendo dalla morbida piattaforma della CES (confederazione europea sindacale di cui fanno parte CGIL, CISL e UIL), sta diffondendosi in vari paesi europei con mobilitazioni autorganizzate in Spagna, Portogallo e Grecia.
Se c’è l’Europa della BCE, dei piani di austerità e dei governi tecnici imposti, c’è anche un’Europa che sta scendendo da mesi nelle strade, , rifiuta di pagare il debito, occupa piazze, edifici e circonda i parlamenti.
Questa Europa si è trovata a Madrid nei giorni scorsi, dopo il contro-vertice di maggio a Francoforte, per costruire legami e reti tra i movimenti nati negli ultimi anni contro i piani di taglio della spesa pubblica e privatizzazione della ricchezza sociale.
La crisi del sistema la stanno chiaramente pagando le classi popolari, ovvero quelle fasce della società che, in mancanza di una solidarietà diffusa e di un solido sistema di welfare, si trovano sole e non riescono a reagire alle difficoltà quotidiane. Lontane anni luce dalle primarie e dagli equilibri sindacali. Il lavoro è totalmente precarizzato e alienante, asservito agli umori dei capitali stranieri e delle tendenze finanziarie, la formazione è dequalificata e impoverita da 20 anni di tagli, i beni comuni e i diritti fondamentali come la casa sono privatizzati e le speculazioni vengono difese dai manganelli della polizia. C’è bisogno di rivolta!
Non siamo interessati alle sigle, alla moderazione, alla responsabilità nazionale per “uscire dalla crisi”, rimaniamo choosy e pensiamo che il 14 ottobre sia un’importante occasione per costruire dal basso una resistenza alle ingiustizie.