L’ obiettivo della nostra contestazione ieri era quasi un tentativo di metateatro.
Per noi democrazia è partecipazione diretta delle persone e la gestione collettiva delle risorse, l’assemblea pubblica di ieri sera era la democrazia di un salotto di Bruno Vespa.
Pensiamo che si debbano accumulare in un momento comune tutti i lavori e le sensibilità contro la speculazione edilizia, lo spreco di risorse e la vivibilità della città.
Ieri sera abbiamo scelto un nostro metodo, ma siamo consci che, per vincere, come in altri territori, bisogna mettere insieme le generazioni e le diverse sensibilità sociali e politiche in un movimento comune che metta le vite delle persone davanti agli interessi di mercato.Volevamo rompere l’armonia narrativa della presentazione e del confronto con la città, messa in scena dai registi dell’ operazione Esselunga, possiamo dire che ci siamo riusciti. Un pubblico che doveva essere meno animato di un plastico, ha preso il centro del palco,ha interrotto, introdotto, silenziato e trascurato gli attori della cementificazione, a cui comunque va il premio per la migliore recitazione, per la resistenza e la capacità nel riadattare il canovaccio.
Si stavano per chiamare le comparse della questura, ma quale figura avrebbe fatto il “confronto democratico con la cittadinanza”?
Poi c’erano già troppi attori protagonisti a contendersi la scena.Tra questi vorremmo ricordare che il pubblico era composto unicamente da addetti ai lavori e cittadini contrari all’opera. Per ora quindi, non si sono palesati abitanti di Mantova che caldeggiano la costruzione di un ipermercato che promette di cambiare la viabilità della parte sud della città.Una mancanza a cui si é aggiunta quella del poco presente sindaco, che ha reso imbarazzante da subito la presentazione del progetto. Un progetto che influisce sulla viabilità pubblica e la vita nei quartieri, presentato in modo generale e approvato nelle ultime fasi della discussione sul p.g.t., deve essere difeso dal soggetto privato. Il fatto che attori privati recitino nelle parti degli attori del governo della città, pone seri problemi di cittadinanza: chi é l’interlocutore per un abitante di Mantova? Il profitto o ciò che dovrebbe rappresentare l’interesse collettivo (la giunta)?
Dopo un introduzione sintetica dell’Amministratore delegato di Essepielle (la società che controlla esselunga), più abile ad intervenire senza contraddittorio, hanno preso il palco “l’architetto da Milano” e “l’urbanista da Brescia”. Inizialmente dovevano essere i paladini della razionalità e dei numeri, i principi azzurri giunti a salvare “la città addormentata” con una bella botta di project e mission. Coloro che avrebbero convinto gli indecisi con delle belle presentazioni 3d della nuova porta Cerese, da cui pare, dalle immagini di Esselunga, che scompariranno le auto, sostituite da famiglie bianche e ricche che fanno jogging felici.L’architetto e l’urbanista, presi in contropiede dalle frecce selvagge che giungevano dalla platea, hanno dovuto dismettere il ruolo dei prodi cavalieri per rivelarsi quali cattivi stregoni che lanciano incantesimi sulle platee.Vogliamo ricordare “l’onesto architetto” , come ama definirsi, mentre manda “affanculo” un anziano che domandava sulla torbicità dell’iter di approvazione del progetto.
C’é stato anche chi ha provato ad arginare la nostra performance caotica, che ad intervalli irregolari cantava “nel mio quartiere basta cemento, partecipazione al 100%”.Tra questi importanti attori non protagonisti, abilmente travisati nella folla, ricordiamo:
– gli appartenenti alle precedenti amministrazioni comunali del centro sinistra, presenti per pulirsi la coscienza, davano a noi dei fascisti;
– i membri dell’attuale giunta, che facevano finta di essere cittadini “lì per ascoltare” che ci dicevano di “andare a lavorare” ( classico adagio della commedia dialettale padana);
– il consigliere grillino ( o aspirante tale) che ci diceva che lui rappresenta 1000 persone a Mantova e noi nessuno (ma uno non vale uno?), trascurando il fatto che noi eravamo in una ventina e lui 1;
– la segreteria PD, ibernata dalla segreteria centrale in attesa dei risultati per il Quirinale, si é subito rifugiata sull’uscio della sala viste le sue enormi responsabilità sulla distruzione del territorio in atto.
Questo é solo l’inizio, ci vediamo prossimamente ovunque ci sia una speculazione, un quartiere dormitorio, una casa senza gente o gente senza casa.
La parte sana della città,
Spazio Sociale LaBoje!