Il loro confronto è una pistola puntata alla tempia

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basta supermercati a Mantova

basta cementificazioni

i territori sono di chi li vive!

La scorsa settimana è intervenuto sulla Gazzetta di Mantova, Sergio Sernesi l’amministratore delegato della società che controlla Esselunga.

Il tono dell’intervento, riportato acriticamente dal giornale locale, era perentorio, a pochi giorni dalla morte della Tatcher, dobbiamo sentirci ancora dire che “non c’è alternativa”.

Una visione del mondo in cui la popolazione non può governare il territorio che la circonda, ma deve accettare le decisioni private formalizzate dai consigli comunali: “o noi o i cinesi, l’area è stata destinata ad uso commerciale”.

Le pianificazioni urbanistiche, che pure hanno creato mostri, nate dopo la Seconda Guerra Mondiale rispondevano alla necessità di dare la casa a tutte quelle famiglie che si spostavano dalle campagne.

Oggi la svendità del territorio è un modo per le amministrazioni comunali per fare entrare un po’ di liquidità nelle casse prosciugate dai tagli dei piani di austerity europei.

Tutto questo si inserisce in una cultura politica che guarda al breve periodo ed è spinta a delegare ai privati la gestione dei beni comuni, dall’acqua al territorio.

Questo meccanismo porta profitto nelle casse dell’impresa privata, impoverimento della ricchezza pubblica di tutti e un’ urbanizzazione che aliena le persone, toglie la storia ai quartieri e modella la città sugli interessi privati.

Moltiplicazione di periferie senza identità. E qual è il problema?

Nessuno, a parte: la mancanza di servizi sociali e commerciali, la distruzione di comunità, le continue emergenze sicurezza create da ciò, l’abbandono e il degrado di strutture riutilizzabili con semplici ristrutturazioni. Solo per citarne alcuni.

Se vogliamo parlare di confronto o democrazia, prima, come cittadini, dobbiamo RI-APPROPRIARCI di ciò che è nostro e solo da lì potranno partire proposte comuni sulla gestione del territorio.

Esselunga è parte del problema, non della soluzione. Non è un interlocutore per migliorare la città, non investirà soldi per la collettività senza garanzie di ampi guadagni e non conosce minimamente le necessità del territorio.

Per questo sabotiamo questo “incontro pubblico” per interessi privati.

La nostra soluzione? Pensiamo che questo sia il momento di dire “basta” non di fornire alternative, queste possono infatti maturare solo dalla discussione collettiva tra gli abitanti dei quartieri.

Abbiamo però una provocazione: perchè Esselunga non si risolve il costo dell’area con il Partito Democratico, le cooperative “rosse” Coop7 e Unieco, l’architetto Benedini, il PDL e libera Mantova dall’ennesima, inutile colata di cemento?

Spazio sociale La Boje! 

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NEL MIO QUARTIERE BASTA CEMENTO

PARTECIPAZIONE AL 100%

6 commenti

  1. Fate Pena!!
    Non avete fatto parlare gente che voleva esporre il proprio progetto! Siete dei dittatori! Era un confronto invece voi non avete dato la possibilita’ ai cittadini di capire il loro progetto! Basta Cemento? Il cemento c’e gia!!
    VERGOGNA!!
    Volete argomentare senza sapere nulla!
    INFORMATEVI E NON RIMANETE NELL’IGNORANZA.

  2. il progetto non é definito, la gente l’abbiamo lasciata parlare, i rappresentanti dell ‘azienda e del progetto no. infatti quella era pura pubblicità in cui esselunga poteva dire tutto e il contrario di tutto.

    si vergogni lei per difendere la distruzione di Mantova.

  3. Abbiamo un professore di urbanistica o di architettura che parla?? Cosa ne vuole sapere lei!!
    Quella zona è uno scatafascio! E voi preferite cosi? Siete voi che volete mantova rovinata!! Oltretutto in un periodo di crisi cosi dove il comune non ha soldi e si offrono 7 milioni di euro per migliorare la viabilità e voi vi lamentate?? Fate una colletta e tirate fuori voi i soldi!! SIETE BRAVI..SOLO A PAROLE!!!!

  4. guardi, dato che non siamo da Vespa, le consiglio di mettere dei contenuti nel prossimo commento, altrimenti si perderà nella sua stessa inutilità.

    – non serve essere professori, i cittadini due sere fa erano più informati degli esperti.

    – questi esperti lavorano per esselunga quindi non sono obiettivi

    – il progetto é già stato approvato, ma senza precisi contorni, quindi l’assemblea di ieri sera era fatta di promesse

    – il rapporto su un’opera tanto onerosa dovrebbe essere tra cittadini e comune, prima dell’approvazione, non con i privati dopo

    – esselunga in quanto società a capitale privato deve guadagnarci dall’opera, quindi non c’é nessuna beneficenza e da qualche parte dovranno recuperare il capitale investito

    – questo capitale sarà dato solo dal supermercato? davvero ci credi? chi va a fare la spesa?

    – quell’area é brutta ma aveva uno scopo sociale, può essere recuperata senza costruire ipermercati

    – Mantova ha già un altissimo numero di supermercati che ha ammazzato non solo la vita sotto i portici, ma pure ampliato la monotonia nei quartieri

  5. -L’area puó essere recuperata per scopi sociali… Ok con che soldi? Quelli del comune di Mantova che non ha??

    -Questo capitale sarà dato interamente da esselunga. Se vai a leggerti la vita di Caprotti scopri che per lui questa promessa di opere di viabilità non sono casi rari e sono sempre state interamente finanziate da lui.

    -Gli esperti che lavorano per esselunga non sono obbiettivi? Esiste il codice deontologico che ogni professionista rispetta. Inoltre le loro opere mitigano molto bene l’impatto del supermercato nel contesto. Oltretutto non stanno facendo nulla che non sia permesso, e voi volete andare a decidere sulla proprietà di altri. Se non vi sta bene il supermercato non andateci. Oltretutto questo supermercato garantirà 1200 posti di lavoro chd non posso fare altro che bene.

  6. Allora Franco, qua non miglioriamo con il livello dialettico, ti devo cancellare? O fai delle considerazioni meno banali?

    La tua dialettica è basata su assunti (modelli della realtà) che sono bilanciati sull’ipse dixit (anzi non tanto su “l’ha detto lui”, quanto su “l’ha fatto il tal soggetto”)

    Renditi conto su che sito stai commentando, se vuoi creare un dialogo.

    -Se andiamo a leggere la storia di Caprotti noi vediamo la mancata firma del contratto nazionale dei lavoratori…vediamo le cariche ai facchini che lottavano per il rispetto del misero contratto nazionale…

    – Il codice deontologico si scontra con la realtà di un paese distrutto dalle cementificazioni

    – 1200 posti? Ci fa piacere il tuo ottimismo, noi rimaniamo pessimisti…ah e sì, siamo contro la proprietà privata, quindi siamo per non pagare le penali, uno dei modi con cui è stato creato il debito pubblico italiano.

    Va a studiare te che è meglio, paternalista del cazzo…l’hai menata con il “vergognatevi” e poi non sei stato capace di dire una cosa intelligente in tre post…

    p.s. la proprietà privata non è la tua casa o il tuo motorino, ma la proprietà attraverso cui crei sfruttamento (delle persone o della natura…fa tu)

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