Assemblea Pubblica contro l’austerità

volantino 311

 

Spezzone conflittuale e generalizzato ore 9.00 Porta Pradella

 

La crisi non finirà nel 2014 o nel 2015, anzi sembra presentare un conto che di anno in anno è sempre più salato.

Chiunque pretenda di fornirvi una soluzione (spesso condita di sacrifici) all’interno degli attuali “confini” politici fatti di primarie, campagne elettorali e votazioni on-line, vi sta in qualche modo mentendo.

Chi non mette in discussione l’attuale modo di produzione e di accumulazione della ricchezza, è parte del problema, non della soluzione.

Non lo affermiamo per estremismo o settarismo, ma perchè pensiamo sia giunto il momento di dire in modo chiaro le alternative che vanno nella direzione opposta alle leggi dell’economia di mercato che BCE, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea vorrebbero imporci per salvare le banche.

Non pensiamo che sia semplice mettersi contro la corrente dei diktat del neoliberismo (più mercato, più competizione, più individualismo), ma per farlo dobbiamo puntare all’unica forza che abbiamo dalla nostra: la partecipazione diretta, generalizzata, oltre le deleghe.

Possiamo unire la tematica ambientale a quella lavorativa, proponendo un percorso di nazionalizzazione della IES controllato dagli operai, che utilizzi i fondi delle speculazioni finanziarie per le bonifiche ambientali.

Si potrebbe dare vita ad un’autogestione dell’intera area Burgo utilizzandola come polo che metta al centro le necessità di chi ora si trova senza un lavoro o senza capitali e spazi con cui realizzare un progetto.

Dovremmo allo stesso tempo immaginare forme di Reddito Sociale Garantito per frenare il ricatto del lavoro che precarizza la vita dei giovani, creando un conflitto tra generazioni che invece dovrebbero unirsi.

Abbassiamo l’età pensionabile e sblocchiamo il turnover del personale nel lavoro pubblico!

Non ci potrà essere rivolta finchè persisteranno leggi razziste come il reato di clandestinità e la Bossi-Fini, che speculano sulla lotta tra poveri per abbassare il costo del lavoro.

Questo sistema schizofrenico pretende di “liberare i capitali” per poi rinchiudere in frontiere e galere le persone in carne e ossa.

Ci obbliga a lavorare 8 ore al giorno, a fare gli straordinari, quando in realtà la crisi è creata dalla sovrapproduzione, e con il progresso tecnologico potremmo lavorare meno e lavorate tutt*, senza la minaccia della disoccupazione.

In questa fase, anche la natura(non solo la Val Susa), il bene comune (non solo l’acqua) e lo spazio urbano diventano oggetti su cui “fare denaro”. Se si trasferiscono le aziende perchè non produttive, la cementificazione e il mercato dell’affitto rimangono settori su cui speculare.

Rivendichiamo quindi il diritto alla casa, la tassazione delle case sfitte e un piano di edilizia popolare da sostenere con il denaro pubblico della Cassa Depositi e Prestiti, che deve essere ripubblicizzata!

 

Spazio Sociale La Boje!

Collettivo Studentesco Hsl

Ross@

Rifondazione Comunista

Unione Sindacale di Base