Il 22 febbraio si terranno azioni di solidarietà in tutta Italia con i 4 No Tav accusati di terrorismo e rinchiusi da 1 mese e mezzo in totale isolamento.
Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia sono detenuti in regime di alta sicurezza, lontani dalle città di origine poichè imputati di aver danneggiato un compressore nel cantiere del Tav in Val Susa.
La gravità di questo processo dovrebbe smuovere chiunque in Italia si stia mobilitando per la difesa del proprio territorio e della propria salute. Per chi stia lottando per anteporre la difesa dei diritti e dei beni comuni agli interessi delle banche e dei mercati.
L’accusa a Chiara, Nico, Claudio e Mattia paragona i movimenti sociali al terrorismo, la protesta con la volontà di uccidere.
Anche a Mantova il territorio e le risorse pubbliche sono minacciati da speculazioni e cementificazioni. Il polo industriale chiude e lascia immense aree da bonificare che minacciano il diritto alla salute con depositi di amianto o materiali chimici.
Gli spazi pubblici sono determinati unicamente dagli interessi privati, non solo per l’operazione di abbandono dell’ex palazzetto dello sport e l’intervento di Esselunga sulla viabilità, ma anche la desertificazione nei quartieri popolari. Nonostante tutto lo spreco edilizio agevolato dalle attività speculative, molte persone rimangono senza casa e documenti in una situazione di continua ricattabilità.
Come ti sentiresti se per protestare in difesa del territorio, della salute e dei beni comuni ti accusassero di terrorismo?