MaceroNO è il nome dell’iniziativa ideata da 4 piccole case editrici indipendenti italiane per non buttare al macero i libri fermi in magazzino da un po’ di tempo.
Edizioni Alegre, DeriveApprodi, Eleuthera e la siciliana DuePunti edizioni hanno collaborato per un tour di vendita dei loro libri, al prezzo di 3 euro l’uno(2 per l’editore e 1 per lo spazio ospitante), indirizzato agli spazi sociali o più in generale a chi promuove percorsi di autogestione e autoproduzione.
Non si tratta solamente di “vendere l’invenduto”, ma di legare gli appuntamenti di vendita ad incontri che provino a ragionare sul mercato editoriale e sull’omologazione culturale che sta subendo la società italiana.
Gli editori indipendenti (si legge sul comunicato di promozione dell’iniziativa) vedono quotidianamente ridursi gli sbocchi della loro produzione che si accumula in giacenze il cui costo gestionale diventa insostenibili.
Nonostante la diffusione di strumenti multimediali per la lettura, gruppi Mondadori, Gems, RCS, Giunti e Feltrinelli controllano una crescente maggioranza del mercato editoriale, oggi attestata al 63%.
L’11% degli editori, grazie agli enormi capitali a disposizione, pubblica il 74% dei libri annuali, che non stanno più di 3 settimane su uno scaffale prima di finire bruciati.
Nonostante l’alto prezzo dei libri, i grandi gruppi editoriali stabiliscono le regole di un mercato che condanna 1200 piccoli editori, che scomparendo fanno perdere di eterogeneità al mercato culturale italiano.
Questo, sempre più come un’industria, privilegia solamente ciò che fa profitto e nega esponenzialmente la visibilità alle idee critiche, di nicchia, difficilmente fruibili.
Questo processo crea un circolo vizioso che nega alla cultura il suo carattere di condivisione e di libertà rispetto i dogmi: se si pubblica solo ciò che produce un surplus economico, arriveremo velocemente ad un medioevo culturale.
A questo proposito, una statistica di pochi giorni fa l’Italia veniva segnalata come uno dei paesi con il maggiore analfabetismo di ritorno.
L’iniziativa avrà luogo dalle 10 alle 17 di lunedì 2 giugno presso lo Spazio Sociale La Boje! in strada Chiesanuova 10, che festeggia il sesto anno di attività politica e sociale.
Per la città questa sarà inoltre l’occasione per vedere la libreria/biblioteca/aulastudio autogestita che abbiamo aperto da qualche mese al primo piano de La Boje!.
L’abbiamo chiamata Favilla, come il primo foglio socialista comparso nel mantovano prima dell’esplosione del movimento contadino della Boje!, di cui ricorre l’anniversario.
Gli sforzi che abbiamo fatto per allestire e aprire settimanalmente uno spazio di lettura e studio, sono stati motivati: dalla difficoltà nel trovare in provincia una molteplicità di testi di case editrici indipendenti che le librerie del centro non trattano; dalla volontà di recuperare volumi storici e racconti orali sulla storia delle lotte del nostro territorio, che altrimenti andrebbero persi; dalla necessità per i movimenti giovanili contro l’austerity, di formarsi attorno ad una lettura critica della società tardo-capitalista in cui viviamo, dominata dal mito della competizione individualistica e del consumismo.
Spesso si afferma che “siamo influenzati dalla pubblicità”, queste dopotutto sono racconti che ci spingono a prendere il dato deodorante, a passare in un supermercato le giornate festive, a ritenere imprescindibile il tal dispositivo tecnologico per le nostre vite.
Vorremmo che FAVILLA sia lo strumento per iniziare a raccontarci altre storie rispetto quelle che ci raccontano i potenti, ad immaginare altri miti, a desiderare qualcosa di più che la libertà nel consumo.
La Boje!
Favilla – CommuniaNETWORK