APPELLO PER LA COSTITUZIONE DEL COORDINAMENTO NO EXPO MANTOVANO

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APPELLO PER LA COSTITUZIONE DEL COMITATO NO EXPO MANTOVANO

L’arrivo a Mantova del barraccone promozionale dell’expo tour, ha manifestato alla cittadinanza quale sarà l’ingerenza di questo evento nella vita sociale del territorio.

Come prevedibile la kermesse istituzionale di domenica mattina si è configurata come la solita passerella di politici, imprenditori, sindacati di sistema, giornalisti, e elementi dell’establishment regionale e locale; tesa a creare consenso egemonico intorno ad un argomento che, al contrario, viene criticato e osteggiato da una fascia sempre piu’ ampia di popolazione attiva.

Ormai da un anno, almeno, numerose forze politiche, sociali e culturali sono impegnate in una seria e consapevole opposizione all’expo 2015. Partendo da Milano, in tutta la Lombardia (e non solo), sono nati e continuano a sorgere comitati cittadini No Expo, mobilitati nella comune consapevolezza che sia necessario creare una forte e compatta rete di opposizione sociale all’evento che, piu’ di ogni altro, si delinea come la promozione delle politiche neo-liberiste e delle ingerenze degli interessi del capitalismo finanziario non solo nei mercati ma, anche, nella pianificazione ed organizzazione delle società del futuro.

Le ricadute di questo grande evento sul territorio, non sono ancora visibili, ma sembrano già chiare nel discorso di politici ed imprenditori e dalle notizie di cronaca quotidiane:

  • abbattimento del costo del lavoro utilizzando contratti precari o tirocini gratuiti per ricattare la massa di giovani disoccupati

  • diminuzione degli spazi di sovranità democratica poichè come le altri “grandi opere” non deve essere coinvolta la popolazione e verificata l’utilità collettiva del progetto

  • accelerazione dei processi speculativi sul territorio come la negazione del diritto alla gestione e alla condivisione delle risorse cittadine e la svendita dei terreni agricoli

  • riduzione della sovranità alimentare di un territorio, attraverso la chiusura delle piccole aziende agricole e l’estensione del controllo delle multinazionali dell’alimentazione, favorite dall’accordo commerciale transoceanico TTIP

  • ingerenza di interessi lobbistici e malavitosi nell’appropriazione degli appalti e delle risorse pubbliche messe a disposizione per EXPO2015

Di fronte a questa grave situazione,si rende necessario allargare il più possibile il fronte di opposizione sociale all’Expo, e di coordinare le iniziative di quelle organizzazioni (e pezzi della cittadinanza) che hanno dimostrato una comune sensibilità nel contestare l’Expo tour, e che di certo continueranno a mobilitarsi in tal senso.

Possiamo fermarli!