L’intervento del collettivo studentesco Hic Sunt Leones sulla recente notizia della decisione dell’azienda del trasporto locale di tagliare, per il prossimo anno, le corse del sabato influendo così sulla didattica.
La possibilità che già dal prossimo anno scolastico tutte le scuole debbano attuare quella che si definisce “settimana corta” è ormai concreta. Le cause di questa riforma oraria obbligata, che porterebbe gli studenti a non andare più a scuola il sabato ridistribuendo le ore sui rimanenti cinque giorni, sono le critiche condizioni economiche di Apam, che, nonostante gli aumenti del prezzo del biglietto, non è in grado di sostenere l’attuale numero di corse.
Nei bienni del Liceo delle Scienze Umane e dello Scientifico la settimana corta è già stata messa in atto; questo però non ha rappresentato un problema, dato che nei primi due anni queste scuole prevedono solamente 27 ore settimanali di lezione.
La situazione degli Istituti Tecnici e Professionali è molto diversa, dato che l’orario settimanale è di 32 ore, un intero giorno di scuola in più. Al Liceo Artistico le classi del triennio fanno addirittura 36 ore.
In seguito all’approvazione definitiva di questa proposta, sono emersi i problemi che già si temeva si venissero a creare. Il più grave, per cominciare, è rappresentato dall’elevato numero di ore giornaliere, molto pesante nei Tecnici e Professionali. Totalmente insostenibile nel Liceo Artistico, dove, in media, gli studenti si troveranno a trascorrere in classe più di sette ore al giorno.
Bisogna anche considerare che la maggior parte dei ragazzi abitano fuori città e perdono quindi moltissimo tempo negli spostamenti. Uno studente che abita a Volta Mantovana, per esempio, già uscendo di casa prima delle 7.00, si ritroverebbe a dover tornare a casa alle 17.00 inoltrate. Dove si troverà il tempo per studiare, fare sport, e per tutte le normali attività che svolge un adolescente?
Inoltre, dato che nessuna scuola offre un servizio mensa, i ragazzi dovrebbero pranzare fuori quasi ogni giorno, gravando economicamente sulle famiglie in quello che è già un momento di crisi. Questa è un’ulteriore spesa che si sommerebbe a quella dei libri di testo, all’abbonamento per l’autobus e alle tasse scolastiche che ogni anno diventano sempre più consistenti (a partire dai 100 fino a oltrepassare i 250 euro).
L’articolo 34 della costituzione sancisce che la scuola deve essere aperta e accessibile a tutti. Nonostante questo, oggi, in Italia, avere uno o più figli che frequentano la scuola superiore è una spesa considerevole, per molte famiglie affrontabile solo a costo di sacrifici. L’approvazione di questa proposta, oltre a essere disastrosa dal punto di vista didattico, andrebbe soltanto ad appesantire ancora di più le famiglie già in difficoltà che si ritroveranno sole ad affrontare questo problema.
Nei bienni del Liceo delle Scienze Umane e dello Scientifico la settimana corta è già stata messa in atto; questo però non ha rappresentato un problema, dato che nei primi due anni queste scuole prevedono solamente 27 ore settimanali di lezione.
La situazione degli Istituti Tecnici e Professionali è molto diversa, dato che l’orario settimanale è di 32 ore, un intero giorno di scuola in più. Al Liceo Artistico le classi del triennio fanno addirittura 36 ore.
In seguito all’approvazione definitiva di questa proposta, sono emersi i problemi che già si temeva si venissero a creare. Il più grave, per cominciare, è rappresentato dall’elevato numero di ore giornaliere, molto pesante nei Tecnici e Professionali. Totalmente insostenibile nel Liceo Artistico, dove, in media, gli studenti si troveranno a trascorrere in classe più di sette ore al giorno.
Bisogna anche considerare che la maggior parte dei ragazzi abitano fuori città e perdono quindi moltissimo tempo negli spostamenti. Uno studente che abita a Volta Mantovana, per esempio, già uscendo di casa prima delle 7.00, si ritroverebbe a dover tornare a casa alle 17.00 inoltrate. Dove si troverà il tempo per studiare, fare sport, e per tutte le normali attività che svolge un adolescente?
Inoltre, dato che nessuna scuola offre un servizio mensa, i ragazzi dovrebbero pranzare fuori quasi ogni giorno, gravando economicamente sulle famiglie in quello che è già un momento di crisi. Questa è un’ulteriore spesa che si sommerebbe a quella dei libri di testo, all’abbonamento per l’autobus e alle tasse scolastiche che ogni anno diventano sempre più consistenti (a partire dai 100 fino a oltrepassare i 250 euro).
L’articolo 34 della costituzione sancisce che la scuola deve essere aperta e accessibile a tutti. Nonostante questo, oggi, in Italia, avere uno o più figli che frequentano la scuola superiore è una spesa considerevole, per molte famiglie affrontabile solo a costo di sacrifici. L’approvazione di questa proposta, oltre a essere disastrosa dal punto di vista didattico, andrebbe soltanto ad appesantire ancora di più le famiglie già in difficoltà che si ritroveranno sole ad affrontare questo problema.
BASTA FARSI PRENDERE IN GIRO DA APAM E PROVINCIA!
NON POSSONO FARE QUELLO CHE VOGLIONO DELLA SCUOLA PUBBLICA E DEI SERVIZI!