Il testo che segue è l’appello scritto nelle ultime settimane di riunioni tra richiedenti asilo e operatori dell’accoglienza. La legge Salvini sta cambiando la vita di entrambi, da un lato la repressione, dall’altro i licenziamenti. La necessità di questa assemblea deriva dalla volontà di chi lavora e di chi è ospitato nelle accoglienze del territorio, di non vivere in modo passivo la trasformazione in senso carcerario del sistema accoglienza e di rivendicare un sistema di solidarietà sociale universale e garantito.
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UNA CHIAMATA ALL’UNIONE,
UN URLO VERSO LA MOBILITAZIONE,
UN APPELLO ALL’INCONTRO
CHI SIAMO
Siamo giovani: donne e uomini. Siamo figli, madri, padri, siamo lavoratori e disoccupati che abitano in questa città e in questo territorio. Siamo operatori sociali e siamo migranti. Siamo nati qui e veniamo da Paesi lontani. Abbiamo lingue, colori e paesaggi diversi, ma tutti ci sentiamo cittadini e cittadine residenti di questo luogo, Mantova.
CHI DICONO CHE SIAMO
Alcuni di noi vengono offesi per il lavoro che facciamo. Ci chiamano buonisti, traditori dello Stato. Entrambi, operatori dell’accoglienza e richiedenti asilo siamo usati come capro espiatorio del Governo. Questa marginalizzazione porta tanti di noi nella precarietà e nell’esclusione sociale.
Ognuno di noi è unico, porta con sé esperienze, modi diversi di vivere e intendere il mondo.
COSA VOGLIAMO
Abbiamo sogni, abbiamo progetti, vogliamo imparare anche quello che serve all’Italia e contribuire a migliorarla con la nostra esperienza. Vogliamo essere ascoltati ed essere protagonisti della nostra vita. Vogliamo occasioni per mettere al servizio di tutti e di tutte le nostre competenze e le nostre professionalità.
Non si è di dove si nasce ma di dove si cresce e si lotta. Adesso anche noi facciamo parte dell’Italia e vogliamo far parte del suo futuro.
COSA NON VOGLIAMO
Chi di noi è richiedente asilo non vuole restare passivo in accoglienza, dipendere dalle persone o dall’aiuto dello Stato, essere sorvegliato come se fosse prigioniero.
Chi di noi lavora nell’accoglienza non vuole trovarsi a fare il controllore o il carceriere: vuole facilitare l’inclusione sociale di nuove persone che adesso abitano nel territorio.
IL NOSTRO PROBLEMA
La nuova legge 132/18 su sicurezza e immigrazione e il nuovo bando della Prefettura di Mantova sui centri di accoglienza sono un grave problema. Nei prossimi mesi in molti ci troveremo in una situazione di irregolarità e il sistema di accoglienza si trasformerà in un meccanismo di controllo e di repressione.
I percorsi di molti di noi verso l’autonomia, abbozzati con fatica e sacrificio, saranno recisi di netto e in molti ci troveremo di nuovo al punto di partenza. Perché seminare e annaffiare per mesi o anni una pianta per poi sradicarla e gettarla via? Qual é il senso di solo dare a mangiare e a dormire in attesa di un documento se non si ha l’opportunita’ di imparare l’italiano o un mestiere?
In molti perderemo il lavoro o vedremo peggiorare le nostre condizioni lavorative. In molti saremo costretti a inventarci una vita da qualche altra parte, in Italia o altrove.
UN PROBLEMA DI TUTTI:
LA CRISI DEL PENSIERO COMPLESSO E IL VALORE DELLA DIVERSITA’
Noi stiamo con quella parte di Europa e d’Italia che ancora crede e lotta per i diritti umani, per la dignita’ e il valore delle differenze. Uniamoci per mostrare mostrare un’ Italia e un’ Europa che vogliono il rispetto dei diritti umani e il diritto ad un lavoro giusto.
Ribelliamoci ai discorsi che criminalizzano la solidarietà, che fanno crescere il razzismo, che non tutelano i lavoratori e che fomentano la disuguaglianza.
Vi invitiamo ad avviare un processo di resistenza per creare dal basso nuovi legami sociali,
di mutualismo e di reciproca solidarietà. INCONTRIAMOCI!
Venite a discutere con noi per provare a costruire una vita migliore per tutti e per tutte.
Sappiamo che molti di voi vorrebbero fare qualcosa ma non sanno come contribuire.
Discutiamone insieme! Creiamo un rapporto e una relazione di aiuto reciproco tra migranti e italiani, cioè tra cittadini che abitano e credono in una Mantova plurale, aperta e accogliente!