Green pass e normative anticovid : XIII Festa anticapitalista de LaBoje!
In base alle normative vigenti, per accedere all’area dell’Arci Te Brunetti è obbligatorio presentare il green pass all’ingresso.
Ricordiamo che si può ottenere con un tampone presso alcune farmacie della città.
È inoltre obbligatorio l’uso della mascherina al chiuso.
STOP AI BREVETTI SUI VACCINI !TAMPONE GRATUITO PER TUTTə !POTENZIARE LA SANITÁ PUBBLICA!
Come collettivo di attiviste e attivisti da anni impegnato in politica, riteniamo sia indispensabile interrogarsi su quanto accade nel mondo al fine di elaborare un pensiero critico e analitico, e non accettare passivamente lo status quo come dato di fatto. Per noi la politica è soprattutto questo: teoria e pratiche sul vivere insieme per scardinare disuguaglianze e oppressioni. Il dibattito pubblico su Green Pass e vaccino in Italia sta generando polarizzazioni che si rivelano utili solo per chi ci sfrutta ed estrae ricchezza dalle nostre vite. Dalle semplici perplessità alle letture più complottiste (peraltro sfruttate o direttamente proposte anche dalle estreme destre), di sicuro alla base ci sono fattori reali: una crisi sanitaria, sociale, climatica difficile da nascondere, una distanza tra la politica di palazzo e i bisogni delle popolazioni e un’economia capitalista sempre più vorace di beni collettivi e tempi di vita. A ciò si contrappone un architrave mediatico che raccoglie tutto lo spettro sotto l’egida “No green pass”, e ne fa l’ennesimo nemico pubblico su cui scaricare la rabbia e la paura per la pandemia.
A noi sembra che questo dispositivo sia il solito tentativo di scaricare le responsabilità della crisi (sanitaria, sociale, economica) sugli individui e di nascondere quelle dei governi. La politica poteva e doveva lavorare sulla trasparenza delle iniziative in contrasto al virus e della campagna vaccinale; al contrario, i provvedimenti sembrano sempre più confusi e contraddittori agli occhi della cittadinanza. Questo è il risultato di mesi in cui non è stato fatto nulla per potenziare i servizi pubblici (trasporti, istruzione e sanità pubblica in primis), mentre si è continuato ad ascoltare solamente le campane di finanza e grande industria che chiedevano di “non fermare l’economia”, sulla nostra pelle. Non si è liberi di seguire un evento culturale, ma si è liberissimi di prendere il Covid mentre ci si reca a lavoro su mezzi di trasporto congestionati. Il vaccino è uno strumento indispensabile per il contrasto della pandemia da Covid-19 poiché riduce la pressione sulle strutture ospedaliere e rallenta il contagio. Non è l’unico e non può essere visto come la soluzione ad ogni male, soprattutto se lo si lascia nelle mani delle case farmaceutiche private.
Negli scorsi mesi abbiamo raccolto firme per l’iniziativa dei cittadini europei “No profits on pandemic” per togliere i brevetti ai vaccini e renderli immediatamente disponibili a tutti/e e ai paesi più poveri. Non è con la minaccia di licenziamenti, ma con tamponi gratuiti, monitoraggio e condivisione di rischi e strategie di cura che si ferma la diffusione del virus. In questa situazione, ci troviamo ad organizzare la nostra tradizionale festa in un clima complicato e irrigidito da normative contradditorie e cervellotiche. Da un punto di vista tecnico, abbiamo poco o nessuno spazio di manovra: per accedere alla festa di quest’anno sarà obbligatorio possedere ed esibire la Certificazione Verde all’ingresso. Se da una parte riteniamo il Green Pass uno stratagemma scorretto e inefficace con cui dobbiamo misurarci, dall’altra crediamo fortemente nel principio della salute come bene comune e nella necessità di applicare i principi della cura collettiva: non siamo responsabili solo verso noi stessi/e, ma anche verso chi ci circonda, e ciò si traduce nella necessità di fare tutto ciò che è in nostro potere per tutelare la nostra salute e quella degli altri, a partire da vaccini, tamponi, dispositivi di protezione individuale.Abbiamo affrontato la pandemia come collettivo politico, fin dalle prime settimane, ragionando sulla dimensione sindemica della diffusione mondiale del virus Covid-19, ovvero di come questa non fosse separabile dalla crisi climatica, dall’aumento vertiginoso delle metropoli e dalle feroce corsa estrattiva e logistica per spostare le merci in giro per il mondo.
Per questo rivendichiamo il lavoro di solidarietà diretta e mutualismo della Brigata Solidale Giuseppina Rippa e dello Sportello Diritti (che riapriremo a settembre e al quale invitiamo tuttə a partecipare). Se vogliamo davvero attaccare gli interessi di governi, gruppi finanziari e multinazionali che speculano sulle nostre vite, dobbiamo in primo luogo accantonare le polemiche antivacciniste e tutte le narrazioni tossiche che si trascinano, e sostituirli con il tema della cura collettiva delle comunità e del mondo intero: dobbiamo partire da mobilitazioni che mettano al centro il tema della società della cura, di una radicale svolta ecologica, della fine dei brevetti sulla salute delle persone e di vertici come il G20 in cui gli stati più ricchi decidono le sorti di tutto il mondo.La nostra festa vuole essere un’occasione per condividere e affrontare questi temi e queste analisi, oltre che un luogo dove praticare una socialità consapevole e collettiva. Chi vorrà farlo nel rispetto di tutte e tutti è benvenutə.
La Boje!