Introduzione
A marzo di quest’anno è avvenuto un episodio del tutto inaspettato a Mantova: per alcuni giorni a causa di un incidente si spensero i semafori a Porta Cerese. Con grande sorpresa di tutti le terrificanti code scomparvero e invece di un colossale caos il traffico risultò fluido, senza attese e non si verificarono incidenti. Sarebbe bastato togliere i semafori per evitare ore e ore di incolonnamenti ? Difficile a questo punto sostenere il contrario, al netto dei problemi di pedoni e ciclisti.
La nuova ipotesi di progetto presentata dal Comune con l’avvallo di RFI esattamente un anno fa, quindi prima di questo imprevisto, andava in questa direzione: una rotatoria adiacente allo stadio per smistare il traffico e diversi sottopassi per renderlo scorrevole in più direzioni.
Non sta a noi giudicare la fattibilità di questa soluzione , riteniamo che l’ipotesi di un completamento della tangenziale con tanto di bretella che tagli fuori il traffico pesante da Porta Cerese rimanga l’opzione preferibile e più sensata, ma constatiamo che essendo decenni che ristagna nei cassetti di varie amministrazioni, non ci sia la volontà politica o gli strumenti finanziari per adottarla. Tuttavia il realismo di quanto successo in quei giorni di marzo ci impone di valutare positivamente il progetto presentato anche perché eviterebbe colate di cemento su suoli non urbanizzati.
La rinuncia ufficiale nel 2020 di Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) all’area del MIgliaretto per la costruzione di un aeroporto, malsana quanto grottesca idea del passato, ha comportato la sdemanializzazione dell’area con il fine di utilizzarla con differenti scopi a favore della cittadinanza. Il sindaco Palazzi prospettò l’idea di farci un parco urbano, uno dei più grandi d’Europa, con la costruzione di un nuovo stadio.
Ed eccoci qui con l’urgenza di un dibattito su un nuovo stadio, accelerato dall’entusiasmo di un tifo ritrovato grazie alla campagna abbonamenti e dalla riprogettazione della porta sud della città con il nuovo Parco Te.
Ripensare allo stadio ha senso, la struttura è vecchia e necessita di ristrutturazioni.
Attenzione però l’ economia è cambiata negli ultimi 75 anni, i municipi sono in cerca di soldi (di privati o pnrr) e i presidenti delle società sportive sono interessati più agli interessi immobiliari o finanziari che alle vicende sportive delle squadre che dirigono. ( provate a leggere questo articolo https://valori.it/calcio-fondi-di-investimento/ )
Non vogliamo rischiare di trovarci in un dibattito impostato su binari molto rigidi e una limitata disponibilità a mettere in discussione quanto hanno già deciso poche persone. Per questo proviamo con queste domande a riallargare una discussione che parta da ciò che serve al territorio, alla mobilità, ai tifosi e ai residenti dei quartieri limitrofi allo stadio.
La più diffusa soluzione per lo stadio è lo spostamento al Migliaretto. Questo risolverebbe immediatamente i problemi di traffico generati dalle partite secondo l’opinione pubblica e gli amministratori cittadini. Come spiegheremo in seguito, i problemi di mobilità dell’asse sud sono indipendenti dagli incontri casalinghi del Mantova e il blocco totale dell’accesso sud della città per le questioni di ordine pubblico è evitabile.
1) La costruzione dello stadio al Migliaretto non sposterebbe semplicemente il problema del traffico 100 metri più a sud, con un migliaio di auto che intasano quel tratto di strada, senza risolvere l’ “imbuto” della circolazione periferica a Porta Cerese?
L’area che va dall’ex lago Paiolo alla Vallazza è da tempo oggetto degli interessi edilizi poiché rimane una zona vicina alla città, comoda per l’ espansione urbana e con possibili interessi sul cambio di destinazione d’uso dei terreni.
In caso di costruzione al Migliaretto del nuovo impianto sportivo si dovrebbero immaginare strutture attigue e alcune strade nuove per raggiungerlo. Una bella colata di cemento.
Oltre alla presenza di specie floro faunistiche tipiche e protette, il corridoio naturale che va dall’ex lago Paiolo alla Vallazza è un’enorme risorsa contro il cambiamento climatico.
Un ettaro di suolo non urbanizzato è capace di immagazzinare 3,7 milioni di litri d’acqua, l’area naturale che si potrebbe tutelare dal Paiolo alla Vallazza è immensa, solo il “piccolo” Migliaretto è di 27,4 ettari.
—> leggi anche l’ultimo rapporto ISPRA sul consumo del suolo in Italia
2) È possibile pensare ad una pianificazione territoriale volta non solo ad estrarre fondi dai bandi, ma anche ad usarli per conservare e tutelare le aree naturali?
L’aspetto drammatico delle proposte di cementificazione nel corridoio verde a sud del città, in particolar modo per un infrastruttura complessa come uno stadio, è che dimenticano che quella è una zona ad alto rischio idrogeologico e un naturale bacino per eventuali alluvioni.
3) Perché non incominciamo a pensare processi urbanistici che diano priorità agli interventi per prevenire o rallentare gli effetti del cambiamento climatico?
La viabilità di Porta Cerese è problematica aldilà delle partite al Martelli, sia a causa del passaggio ferroviario che per l’assenza di una circonvallazione completa intorno la città (da sud a nord est ).
La “bretella” è già stato ipotizzata in più occasioni dalla politica locale, ma senza una reale partecipazione di chi conosce quelle zone rischia di essere l’ennesimo tentativo di cementificare l’area Paiolo – Migliaretto – Vallazza. È l’ ultima grande zona naturale nei pressi della città.
-> leggi anche il nostro speciale sul Migliaretto
4) La sfida della “nuova mobilità” dovrebbe essere quella di costruire nuove strade per snellire il traffico o di eliminare più macchine possibili dalle arterie della “grande Mantova”?
La seconda soluzione che si è fatta spazio sui media è lo spostamento in una delle zone commerciali tra la città e i comuni limitrofi. Al momento il Martelli è in una zona facilmente raggiungibile a piedi o in bicicletta per un bacino consistente di abitanti della città e di alcune frazioni di Borgo Virgilio e Curtatone. Se dovessimo spostare il Martelli in un “non luogo” vicino agli ipermercati della Favorita o del Gigante avremmo un maggior numero di tifosi che lo dovranno raggiungere in automobile, con un conseguente aumento di traffico e inquinamento.
https://www.mic-hub.com/it/project/sustainable-urban-mobility-plan-sump-mantua-2/ .
5) Quale guadagno avremmo per l’ aria che respiriamo con lo spostamento in una zona in cui tutt* lo dovranno raggiungere in automobile?
In Europa esistono diversi esempi di stadi collocati in mezzo ai palazzi delle città. Ci rendiamo conto che il bellissimo e pubblico nuovo parco Te (quanto successo ha la politica quando crea uno spazio per tutti, lo scriviamo senza ironia) abbia avviato una ristrutturazione della zona sud della città, che non ci siano soldi pubblici e nemmeno imprenditori come la OZO, che inquinano aria e acque, ma ci portano in serie A. Intuiamo che la sordità finora espressa verso le critiche costruttive poste sullo spostamento dello stadio e la tamburellante campagna mediatica inviata ai giornali locali, siano due indizi del tentativo di creare una cordata di interessi partitici/privati per mangiarsi una fetta di territorio. Non a caso è intervenuto a sostegno del progetto di Palazzi di spostare lo stadio il farmascista di Fratelli d’Italia Beduschi, consigliere regionale ed ex sindaco di Borgo Virgilio, comune confinante proprio con il Migliaretto.
—> leggi il rapporto di LEGAMBIENTE sull’aria che si respira nelle città
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/Rapporto_Malaria_2023.pdf
6) È davvero impossibile proporre un progetto che preveda una ristrutturazione del Martelli, con l’ eliminazione della pista da atletica e un conseguente restringimento del perimetro della struttura?
Proviamo ad immaginare: sono stati realizzati nuovi stadi abbattendo una zona per volta, il nuovo stadio potrebbe contenere sotto le gradinate spazi per palestre dedicate ad anziani, bambini e persone con fragilità motorie in modo da farlo diventare un luogo “non solo per il pallone”.
Mantova non è una metropoli e abbiamo bisogno di uno stadio “multifunzione” capace di ospitare altri eventi sportivi come il rugby e un’acustica utile agli eventi musicali, ma che non generi un estensione del cemento cittadino e conseguente nuovo traffico.
Peraltro come dichiara la stessa amministrazione i costi di ristrutturazione sarebbero stimati in 10 milioni di euro, quelli di nuova costruzione ammonterebbero al triplo. Abbiamo già sentito sirene che ci spiegavano come non ci fosse altra soluzione per lo sport mantovano se non costruire un nuovo palazzetto alla Favorita con gestione pubblico-privata. Si è trattato di un colossale diastro in cui il Comune ha dovuto drenare continuamente risorse per sanare i debiti di gestioni scriteriate e in cui oggi l’intera struttura è inutilizzabile dalle società sportive della citta: la parte delle palestre perché ne hanno fatto uno spezzatino ceduto a locali per intrattenimento, la parte del palazzetto invece è sovradimensionata e con costi di gestione insostenibili.
Quindi ci domandiamo: dovrà essere un investitore privato come un nuovo supermercato dentro il nuovo stadio a garantirne la fattibilità? Oppure una catena di abbigliamento? Davvero è ciò di cui abbiamo bisogno?
7) E’ necessario chiudere le principali arterie di viabilità in nome della sicurezza?
La risposta avrebbe bisogno di un’interlocuzione franca con la Prefettura. L’impressione che abbiamo è che venga attuato un piano per dirla con la nostra vulgata che stia “dalla parte del formentone”, in cui si attua un principio cautelativo e di pesante intralcio che sembra sproporzionato ai rischi: stiamo parlando di un tifo organizzato che occupa il settore ospiti di un centinaio di persone a partita.
Se guardiamo l’esempio di altre città che militano peraltro in categorie superiori e quindi con bacini di tifosi ben più numerosi, vediamo che adottano un sistema molto più efficace in cui i tifosi ospiti vengono radunati in un punto distante dallo stadio e poi scortati fino all’arrivo direttamente in curva Cisa con conseguente chiusura dei viali di accesso solo per il tempo di transito allo stadio. Perché se funziona a Modena e alla Spezia non possiamo farlo nella nostra città?
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