Comproverebbero la mia partecipazione al pestaggio due foto scattate da
qualche sciacallo infame, guardone di professione. Durante la perquisizione
vengono sequestrati indumenti considerati interessanti al fine della
comparazione
con quelli indossati dai soggetti fotografati all’atto del pestaggio.
L’operazione è curata dal pm Vitello unitamente a digos e ros romani
coadiuvati
dalla digos viterbese che da anni “produce” accuse nei miei confronti.
Risultato della perquisa: pantaloni, scarpe, bandana, attrezzi per arti
marziali, frammenti di una molletta da bucato, lampadine a basso voltaggio,
pile usate, un’agenda di lavoro.
Ad oggi questo è bastato a convalidare l’arresto.
Il 5 novembre il tribunale della libertà (contraddizione in termini) ha
rigettato l’istanza di scarcerazione.
TUTELARE DIGNITA’ IDENTITA’, NON HO NIENTE DA VENDERE
Sono anarchico, un rivoluzionario, antiautoritario per idee e pratica. Come
tante/i mi impiego nei varii ambiti: solidarietà con i prigionieri di ogni
genere, nell’anticarcerario, nelle lotte sociali, territorialmente attivo
con altre/i compagne e compagni.
Vivo, amo, odio, come tutti gli esseri umani.
DOVE MI CHIEDI CORREZIONE…
Nell’ordinanza di custodia cautelare mi si descrive come un “soggetto dalla
personalità violenta a ogni occasione, incline a manifestazioni di violenza
e intolleranza contro le istituzioni dello Stato (…) ricorrendo a volte
alla guerriglia urbana”. Dov’è il nesso fra il pestaggio dell’infame
infiltrato
e l’insinuazione di essere autore o comunque legato ai recenti pacchi
bomba?,
perchè è su questo che tv e giornali hanno insistito!
Sono forse una molletta da bucato, una comune custodia vhs (prelevata da
un mucchio di altrettante piene e vuote) e delle lampadine, classificabili
come oggetti interessanti al fine delle indagini sui pacchi bomba? Chi
potrebbe
non averne nella propria abitazione? O è forse che in anni di intimidatorie
perquisizioni i suini in borghese non abbiano mai trovato nulla di valido?,
tormentandosi per questo, attendendo il capo della digos influente e il
pm coglione per potermi ingabbiare… …vergogna, cretini!
O è forse che i ros ci hanno messo lo zampino (di porco)?
Qualcuno si è scordato che il generale Ganzer, attualmente sotto inchiesta
insieme ad altri ufficiali per la falsificazione e la “produzione” di prove
e per associazione a delinquere, continui a tirare i fili
dell’antiterrorismo?!
…Vergogna, bastardi!
UN COPERCHIO PER MOLTE PENTOLE
Un arresto esemplare quindi. Un volto e un nome da sbattere in prima. E
domani toccherà a un altro/a.
NE’ COLPEVOLE NE’ INNOCENTE
Innocenza e colpevolezza: due concetti tanto cari agli amministratori del
giusto di Stato. Parole vuote, di paternità della classe dominante.
Sono anarchico, ostile all’autorità, alla miseria, allo sfruttamento, al
privilegio, alle guerre del capitale che provocano fame e morte,
all’assoggettamento
dei popoli che reclamano autodeterminazione.
IO SOLO SO DI ESSERE NEL GIUSTO, POICHE’ NON C’E’ BONTA’ O GIUSTIZIA
ALL’INFUORI
DI ME
Qual’ora gli appassionati del giusto borghese riescano a dimostrare che
sia stato io il tale che ha dato una lezione a un imbecille mal travestito,
beh, vorrà dire che me ne assumerò le responsabilità. unitamente anche la
borghesia forcaiola dovrà assumersi le responsabilità, in quanto serva del
capitale, per le compagne e i compagni arrestati e ammazzati e per la
miseria
e la repressione della classe proletaria.
NON UN PRIGIONIERO POLITICO
La fame, lo sfruttamento e la repressione sono causa della politica. La
riforma pensionistica: una beffa a chi ha fatto lo schiavo per una vita.
E l’insulto ai “malati di amianto”? Tutti a casa o a lavoro con un calcio
in culo e senza un euro in tasca.
E il bombardamento-assassinio di migliaia di iracheni seguito
dall’occupazione
della loro terra; e l’eccidio dei palestinesi; e i morti nelle miniere
russe;
e il rastrellamento di ultras nelle curve; e i migranti morti in mare; e
i compagni “legittimamente” ammazzati; porcherie legali; politica del
capitale.
E in tutto questo ecco perchè dico che ogni prigioniero è politico. Perchè
vittima di una classe cui lo priva della dignità e della libertà. Simili
che si chiudono in gabbia per tutelare le borghesie di ogni dove.
ESISTENTE GALERA
La realtà è che la repressione si manifesta in modo più o meno cruenta
dipendentemente
dall’attacco che le è rivolto e dai flussi sociali.
I lavoratori pagano con precarizzazioni e omicidi programmati sul lavoro;
i ribelli pagano con la galera e/o la morte sul campo di battaglia; i
migranti
con i lager. Tutta la società è repressione. Carcere fuori, carcere più
totale dentro. E a farne le spese sono i proletari migranti, i lavoratori
in lotta contro le scelte di ristrutturazione neo-corporative dei sindacati
borghesi, i settori che lavorano a difesa della classe degli sfruttati.
ISOLAMENTO I
Ciò che scontano i/le rivoluzionari/ie è un grave isolamento dato dalle
infamanti campagne terroristico-mediatiche e da una scarsa internità nelle
lotte degli sfruttati. Assenti, esclusi dai processi di formalizzazione
delle istanze proletarie e dai conflitti stessi. Autoreferenzialità
ideologica?
Forse.
Difficoltà nell’intervenire a causa delle rivendicazioni miserabili che
vengono dal mondo della produzione? Probabile. Il lavoro è arduo: non un
passo indietro.
Il proletariato o è rivoluzionario o è nulla!
NON SEGUIRE IL CARROZZONE
Occorre tentare strade ripide, dare incisività intervenendo efficacemente,
evitando lo scadenzialismo da corteo (la piazza non è centrale proprio per
niente), lavorando con metodo e col cuore uscendo dall’invisibilità.
Così da non essere più “corpo militante” o “ceto politico”… ma corpo
sociale
nelle masse di sfruttati… come pesci nell’acqua!
LA RIVOLUZIONE NON E’ UN PRANZO DI GALA
Essere rivoluzionari vuol dire credere che questa società sia vecchia e
putrefatta e che solo una rivoluzione sociale di carattere antiautoritario
potrà sollevare l’umanità dal giogo capitalista. Non salviamo nulla di
questo
mondo…
“Solo su un foglio bianco si possono scrivere le parole più belle…”
IL NOSTRO NEMICO E’ IL NEMICO DELLA CLASSE DEGLI SFRUTTATI
Nostro nemico è il capitale: causa di guerre imperialiste per il controllo
geopolitico, responsabile del progetto controrivoluzionario di
rimodellamento
economico-sociale neocorporativo di riforma dello Stato.
Il nostro percorso è la lotta di classe, fuori dal “fare politica” e dallo
specialismo, al fianco degli individui e dei collettivi in lotta; al fianco
delle masse arabe che nel complesso costituiscono il naturale alleato degli
sfruttati d’occidente.
Il capitale non ha nè cuore nè anima. Lo si combatte giorno per giorno,
lottando contro sessismo, razzismo e ogni autorità, mediante la pratica
dell’azione diretta, dello sciopero selvaggio, del sabotaggio della
produzione
e dei “servizi”.
ISOLAMENTO II
Ecco perciò l’infame vendetta di Stato: recluso, subisco dalle 6 alle 8
perquisizioni corporali giornaliere e 2-3 settimanali alla cella; in
trattamento
“particolare” in una sezione di comuni, ma in sostanza una vera e propria
“tortura bianca” mirata all’indebolimento emotivo e psicologico.
Questo trattamento deve finire subito!
DETTO QUESTO:
Avanti compagne e compagni fieri/e e coraggiosi/e… il giorno del sole
è vicino!
-SEMPRI AINNANTIS, PO SA LIBBERTADE DE TOTTUS E DE DONNIUNU
(SEMPRE AVANTI PER LA LIBERTA’ DI TUTTI E DI OGNUNO)
-MORTE A CHI OSTACOLA GLI SFRUTTATI E IL CAMMINO VERSO LA LIBERTA’ (N.
MAKHNO)
-ONORE E DIGNITA’ PER TUTTI I COMPAGNI/E CADUTI/E COMBATTENDO CONTRO IL
CAPITALE
-PER L’AUTODIFESA, LA RESISTENZA, L’AZIONE DIRETTA
Massimo Leonardi,
prigioniero anarchico sardo
Carcere di Rebibbia, dicembre 2003.
SOSTIENI I COMPAGNI DETENUTI!
– Massimo Leonardi, carcere di Rebibbia via Majetti 70 00156 Roma
Il 3 dicembre è stato arrestato un’altro compagno, Marco, con l’accusa di
aver pestato insieme a Massimo lo sbirro infiltrato nel corteo del 4/10
a Roma.
– Marco Ferruzzi, carcere di Regina Coeli via della Lungara 29 00165 Roma.
uomini e donne contro tutte le carceri.
Vengo tratto in arresto all’alba del 18 ottobre scorso. Perquisizione prima, arresto poi. Tradotto nel carcere di Regina Coeli a
Roma dove resto in isolamento per una settimana. L’accusa contestatami consta in violenze ai danni di un carabiniere
infiltrato nei cortei-mobilitazioni del 4 ottobre a Roma in occasione della riunione intergovernativa preparatoria alla firma della costituzione europea.