Nota curiosa: anche questa volta non si sa chi è il proprietario dell’immobile visto che le ferrovia affermano che l’immobile stesso non rientra nel loro patrimonio. Appena svelato l’arcano si procederà come al solito presentando al proprietario un progetto di autorecupero, ossia mettere a posto l’immobile e poi pagare un affitto a prezzi popolari (vedi anche l’esperienza del canone sociale d’affitto del XI Municio di Roma). Ora le case occupate a Parma salgono a 5 con un totale di più di 100 persone, e la lotta non si fermerà qui… Abbiamo intervistato Enrico Andreozzi: Domanda: Potresti raccontarci che cosa è successo a Parma sabato 10 gennaio? Risposta: Sabato scorso è stato riaperto un immobile lasciato all’abbandono e al degrado per una decina d’anni. Il Comitato Cittadino Antirazzista ha voluto restituirlo all’uso abitativo. Attualmente vi abitano tre famiglie di immigrati che avevano grossi problemi abitativi. Parma, città vetrina e prossima sede per l’authority dell’agro-alimentare ha retroscena di miseria e povertà che vedono centinaia di persone, soprattutto immigrate, costrette a dormire in strada, in macchina, in casolari abbandonati o all’addiaccio nei giardini perché non hanno la possibilità di avere una casa. Questo avviene nell’indifferenza e invisibilità. Già da anni il Comitato Cittadino Antirazzista denuncia questo problema alle istituzioni preposte, in primo luogo il Comune, ma non vi sono stati provvedimenti o risposte. Per questo motivo negli ultimi tre anni il Comitato Cittadino Antirazzista ha iniziato una politica di riappropriazione dei diritti attraverso lo strumento delle occupazioni. D: Quante sono attualmente le occupazioni in corso a Parma? R: Con l’occupazione di sabato siamo arrivati ad avere in città cinque stabili occupati che ospitano oltre 100 persone, che sono molte di più di quelle che il Comune riesce ad ospitare nelle sue poche strutture. In questi ultimi anni la politica abitativa e di accoglienza del Comune di Parma è stata praticamente inesistente e comunque non all’altezza di una situazione in evoluzione. Sono stati chiusi centri di accoglienza e svenduti alcuni edifici del patrimonio immobiliare del Comune per fini speculativi. Anche per quanto riguarda il discorso dei rifugiati, il Comune di Parma ha solamente 18 posti interamente finanziati dal Piano Nazionale Asilo, questo mostra la totale mancanza di volontà da parte dell’amministrazione di investire nelle politiche di accoglienza. D: Quali sono state le risposte, non solo da parte delle amministrazioni pubbliche ma soprattutto dalla città stessa, alle ultime due occupazioni? R: Abbiamo ricevuto numerosi segni di solidarietà da parte dei vicini residenti nei quartieri delle cinque occupazioni. Per quanto riguarda le ultime due occupazioni, che sono due case cantoniere, il proprietario non si è ancora manifestato. Noi intendiamo presentare ai proprietari un progetto di autorecupero ed autocostruzione mutuato dalla Regione Lazio dove è stato accettato. Si tratta di una proposta di convenzione tra il proprietario dell’immobile e gli abitanti che si costituiti in cooperativa di abitazione. Questi si farebbero carico dei lavori di ristrutturazione dell’immobile – per altro già iniziati: è stato sistemato il tetto, sono state pulite le stanze ed imbiancati i muri – e una volta detratti i costi gli abitanti inizierebbero a pagare un canone equo che rivedrebbe riconosciuti all’interno di questa struttura. Si tratta di un progetto innovativo che permette di riconoscere situazioni reali ed esistenti e di rompere i luoghi comuni secondo cui gli immigrati non vogliono pagare affitti e utenze. Gli abitanti delle cinque occupazioni sarebbero invece felici di pagare utenze ed affitti; certo parliamo di affitti equi e non affitti di mercato perché la lotta per la casa che sta portando avanti il Comitato Cittadino Antirazzista è una lotta rivolta anche agli italiani: la casa è un diritto fondamentale, purtroppo al giorno d’oggi la casa diventa invece una merce da pagare a prezzi eccessivamente alti. Vorrei citare una ricerca del Sindacato degli inquilini Insunia pubblicata sulla stampa qualche mese fa che dimostra un aumento del costo degli affitti negli ultimi dieci anni del 200%, a fronte di stipendi che nello stesso arco temporale sono aumentati solamente del 6-7%: un affitto oggi arriva ad assorbire il 50% di uno stipendio medio. Si tratta di costi insostenibili per determinate fasce della popolazione; se a questo aggiungiamo pregiudizi razzisti da parte dei proprietari delle case sostenuti da retoriche securitarie spinte a livelli incredibili, otteniamo come risultato una situazione in cui fasce sociali sempre più ampie e soprattutto immigrate che sono spinte ai margini della società. Attraverso la riapertura di immobili sfitti e lasciati all’incuria da anni il Comitato Cittadino Antirazzista percorre la strada della riappropriazione dei diritti negati.
Intervista a Enrico Andreozzi, associazione Ya Basta Parma
Sabato 10 gennaio, un gruppo di lavoratori migranti con permesso di soggiorno ma senza una casa, ha dato vita con l’aiuto del comitato cittadino antirazzista di Parma alla quinta occupazione nella città di Parma. In una casa cantoniera abbandonata ora vivranno 6 persone che dormivano sotto i ponti. La casa è in via valera di sotto 2 dopo il passaggio a livello.