Qua sotto il testo che lo Sportello Diritti distribuirà in piazza Mantegna sabato 24 dalle 15.30 alle 18.30 nel presidio organizzato insieme ad alcuni musulmani che avevano la necessità di dire la loro fuori dalla cortina mediatica innalzata dopo l’attentato a Charlie Hebdo. Pensiamo che l’organizzazione del presidio abbia aperto i primi spazi di confronto tra ambiti antirazzisti e associazioni religiose oppresse dall’islamofobia. Questi momenti a nostro avviso devono essere sfruttati al meglio per una dialettica tra identità e rivendicazioni che non limiti lo spazio di intervento contro il razzismo (e per l’estensione dei diritti) a progetti di “integrazione” che non sono altro che il surrogato di ciò che il razzismo istituzionale si aspetterebbe: l’ adesione totale al posto di subordinati offerto dalla libera Europa.
Lo SportelloDiritti è un gruppo di solidarietà sociale che lotta contro il razzismo e la riduzione dei diritti. Non siamo in piazza per dire Je suis Charlie, ma je suis antiraciste, contro qualsiasi fondamentalismo religioso, perché questo è strumento e pretesto per negare i diritti alla parte più debole della società.
Sia in occidente che in oriente possiamo trovare esempi di come l’estremismo religioso (cattolico o islamico) porti a limitare i diritti delle donne, dei gay e delle lesbiche o la libertà di culto delle minoranze.
Il presidio di oggi serve proprio per uscire dall’angolo in cui razzisti occidentali e jihadisti vorrebbero rinchiudere la comunità musulmana, assediata nell’ultima settimana da stereotipi denigratori e attacchi fisici (ben 15 attentati si sono verificati in Francia nei 3 giorni successivi alla strage a CharlieHebdo contro luoghi di culto islamici).
Riteniamo scandaloso che i musulmani che vivono pacificamente in Europa da anni, debbano essere costretti dalle campagne mediatiche denigratorie dei giorni scorsi a dire “non in nostro nome”, “noi non siamo terroristi”.
Scendiamo in piazza non tanto per giustificarci o chiedere scusa, ma per opporre una visione diversa di Europa e di mondo da quella promossa dal RAZZISMO ISTITUZIONALE dei governi e dal TERRORE dell’ISIS, sostenuto con i soldi del petrolio.
L’immediata risposta delle istituzioni europee infatti è stata quella di rivedere il trattato di Schengen (accordo per la libera circolazione nei 26 paesi europei), di limitare la libertà di spostamento e reprimere i migranti riducendo l’accesso ai diritti di cittadinanza.
Questo avviene dopo 13 anni in cui in Italia, il pericolo del terrorismo internazionale post-11settembre è stato utilizzato per limitare la libertà di culto e l’accesso ai diritti.
Infatti le campagne razziste verso la creazione di moschee o tempi induisti, si sono sempre accompagnate con misure repressive come i CIE e la riduzione delle possibilità per rinnovare i permessi di soggiorno.
La strage a Charlie Hebdo, che condanniamo al pari di quelle perpetuate da Boko Haram in Nigeria, dei bombardamenti israeliani su Gaza o delle guerre di USA e UE per il controllo del pianeta, non nasce dal nulla.
Le cause infatti sono facili da trovare: le disuguaglianze con cui la parte ricca del mondo tiene sotto di sè quella povera e la stessa nascita dell’ISIS non è che un risultato della guerra al terrore inaugurata da Bush jr e proseguita da Obama.
L’attentato di Parigi, senza queste “puntate precedenti” fungerà da pretesto per una nuova offensiva militare, in cui a pagare saranno i più deboli, di qualsiasi credo o religione.
Sportello Diritti