ore 19.00 apertura con Osteria Popolare
ore 21.00 ASSEMBLEA PUBBLICA con i lavoratori della Composad
Da tre settimane in una delle aree industriali di Viadana, all’estrema periferia della provincia di Mantova, 190 lavoratori (aderenti ad ADL COBAS) stanno mettendo in discussione che lo sfruttamento del lavoro sia qualcosa di accettabile e prevedibile.
“Non lamentarti! Non c’è lavoro”: questo è il mantra che ripetono i padroni, i capi delle cooperative e il senso comune da sempre fedele allo status quo.
E invece dopo 4 anni obbligati (dalla cooperativa e dall’azienda) a lavorare al 70% del salario, senza tredicesime, e quattordicesime previste dal contratto nazionale hanno deciso di discutere, organizzarsi e scendere in sciopero, bloccando i camion che entravano nella Composad, azienda specializzata in mobili in kit.
La loro lotta, come quelle che si sono diffuse in diversi poli della logistica del nord Italia, ha avuto il merito in primo luogo di mostrare le condizioni di sfruttamento di quel comparto della produzione.
Il settore della logistica è quello su cui si sta giocando il futuro dei capitali europei nella ricerca tempestosa di nuovi settori di investimento con cui creare nuovi equilibri nella competizione internazionale.
Per alzare i profitti, i gruppi multinazionali esternalizzano il comparto della logistica a delle cooperative, oggi strumento di ricatto diretto verso i lavoratori piuttosto che esempio di organizzazione orizzontale del lavoro. La gara per aggiudicarsi l’appalto si conclude naturalmente al ribasso, in modo da risparmiare sui “facchini”, che subiscono sulla loro pelle il taglio del costo del lavoro.
Questo giochino in cui le vittime sono sempre i lavoratori, e i vincitori dei capitali privati usualmente con sedi e scopi mimetizzati, si presenta anche in ambiti come i servizi sociali o quelli di pulizia.
Abbiamo organizzato questo incontro perché pensiamo sia importante che tutto il territorio mantovano, in particolare i lavoratori che subiscono lo stesso sfruttamento, conosca la lotta di Viadana, dai ricordi delle notti a bloccare il cancello fino ai passaggi che dovrà affrontare.
Spesso si dice che la solidarietà è un’arma, mai come in questo caso in cui il ricatto del rinnovo dell’appalto alza la pressione sui facchini, è necessario creare momenti in cui riconoscersi tra sfruttati ed immaginare strumenti di lotta, per difendere i diritti stabiliti (come il contratto nazionale dI trasporti e logistica) e conquistarne di nuovi.