L’organizzazione neofascista CasaPound si presenta alle elezioni e sfrutta questo processo per toccare territori come il nostro dove non si era mai vista prima.
Nonostante la retorica fascistoide dell’ “eccezionalità dell’azione”,
non è la prima volta che provano ad arrivare in parlamento: negli ultimi
anni, da bravi figliocci del berlusconismo, hanno provato varie alleanze
per arrivare alla poltrona.
Dopo la timida uscita della scorsa settimana, aiutati da un Donald De
Marchi in cerca di visibilità (dopo mesi in cui compare sui giornali
solo per gli strani traffici che lo riguardano e per le conseguenti
automobili bruciate), provano a ripresentarsi.
Li vedremo #sabato mattina dalle 9 alle 12 a #Suzzara in #viaXIfebbraio
e per la serata hanno convocato un tesseramento presso il #PopCafè di
via Bertani 42 a Mantova, in pieno centro storico.
Per noi de La Boje!, soprattutto dopo l’aggressione squadrista in via
Calvi di quest’estate, entrambi gli eventi vanno impediti e bloccati
nella forma e nella sostanza con una mobilitazione popolare di tutte le
soggettività che rifiutano la guerra tra poveri sul territorio, e che si riconoscono nei valori dell’antifascismo.
Dietro allo slogan “prima gli italiani” si nasconde una realtà molto più
preoccupante che parla, proprio come fatto dal canditato della Lega Nord
per la regione Lombardia Fontana, di “difesa della razza bianca”. Da
20 anni le politiche economiche tagliano e privatizzano ogni tipo di
diritto sociale e forma di regolarizzazione del Mercato, ottenuti con le
lotte operaie, rendendo precaria e “non garantita” la vita di milioni di
persone.
Per una parte di italiani, delusi e disorientati da uno scenario
politico fatto da governi tecnici e ammucchiate tra
centrodestra-centrosinistra, l’unica soluzione è percepirsi “garantiti”
contro i migranti. La sicurezza di essere bianchi contro neri in tempi
di confusione sociale, è la stessa con cui i vertici di Confindustria
propongono un futuro composto da un piccolissimo nucleo di benestanti
“garantiti” in un mondo del lavoro senza nessuna regola e tutela.
La realtà infatti è che se non si lotta insieme non ci sarà più nessuna
garanzia per nessuno.
Questa lezione ci arriva dallo stesso Olocausto che proprio in questi giorni sarà ricordato nelle varie iniziative legate al Giorno della Memoria.
A distanza di 70 anni non ci accorgiamo che, pur cambiando gli stereotipi, il migrante ha
sostituito l’ebreo nel ruolo del capro espiatorio di un’Europa chiusa
nei suoi rinnovati nazionalismi.
Il fatto che CasaPound voglia presentarsi in un bar situato all’imbocco
dello storico ghetto ebraico, proprio di fronte alla casa del Rabbino, significa,
nel migliore dei casi, che non conosce il territorio che vorrebbe “conquistare”.
O peggio, può suonare come una subdola provocazione.
Abbiamo più volte ripetuto che le strade della nostra città sono di chi ama il
rispetto reciproco e la libertà.
Chiunque sostenga principi di intolleranza e discriminazione non è il benvenuto e non deve avere spazio.
Non faremo un passo indietro, non lasciamo spazio alla guerra tra poveri!